“Il taglio del cuneo va nella direzione giusta,
in tempi di inflazione altissima, ma purtroppo il governo Meloni
non ha stanziato nemmeno un euro per prorogarlo nei prossimi anni.
Si tratta di un intervento temporaneo, che durerà pochi mesi e si
esaurirà a fine 2023. Tutto questo non può bastare per
fronteggiare il crollo del potere d’acquisto dei redditi”. Così il
senatore Antonio Misiani, responsabile economia nella segretaria
del Partito democratico, nel corso del filo diretto con gli
ascoltatori di Radio Immagina, la web radio dem. “Quanto alla
norma che liberalizza i contratti a termine – ha proseguito
Misiani – è un danno per i lavoratori. Ricordo che viviamo in un
Paese in cui la quota dei contratti a termine sul totale degli
occupati è superiore alla media europea. Per invertire questa
tendenza bisognerebbe seguire la strada del governo spagnolo, che
ha approvato una riforma che nasce da un accordo fra
organizzazioni sindacali e datoriali e restringe la possibilità di
utilizzare i contratti precari. In Italia, il governo Meloni
invece con il decreto approvato ieri allarga il ricorso ai
contratti a termine e estende, in diversi settori, il limite dei
voucher da diecimila a quindicimila euro, precarizzando
ulteriormente il mercato del lavoro”.
Per il reddito di cittadinanza, infine, il Governo ha deciso la
sua cancellazione, sostituendolo con due misure che possono
contare su risorse nettamente inferiori, fino al 30 per cento in
meno – sottolinea Misiani -. Nel decreto non c’è quello che
serviva, una riforma del reddito di cittadinanza con un forte
investimento sulle politiche attive e sui servizi sociali dei
comuni, ma solamente un taglio delle risorse contro la povertà e,
di conseguenza, scelte che restringono la platea degli aventi
diritto, la durata del sostegno e la sua dimensione. La povertà
però non è affatto diminuita, anzi la spinta inflazionistica degli
ultimi mesi ha prodotto un allargamento delle disuguaglianze
sociali cui non il governo Meloni non risponde in alcun modo”.