“L’audizione di Banca d’Italia ha messo sul tavolo della discussione sulla riforma fiscale alcuni dati incontrovertibili. Il primo: la flat tax Irpef è difficilmente compatibile con il nostro sistema di welfare. Il re è nudo, ci viene da dire. La tassa piatta, che il governo Meloni ha indicato esplicitamente come obiettivo della riforma fiscale, ci porta dritti verso un drastico ridimensionamento delle risorse per la sanità, le pensioni, l’assistenza. Secondo punto: la prima redistribuzione fiscale è ridurre l’evasione fiscale per abbassare le tasse ai contribuenti onesti. È un assunto che condividiamo in pieno. La destra, purtroppo, sta facendo esattamente il contrario, infilando condoni persino nell’ultimo decreto bollette e proponendo un concordato preventivo biennale che rischia di cristallizzare l’attuale condizione. Terzo punto sottolineato dall’audizione: servono coperture adeguate, strutturali e credibili per finanziare la riforma. Ad oggi, aggiungiamo noi, non se ne intravvede nemmeno l’ombra: la proposta del governo evoca una generale riduzione del prelievo senza indicare alcuna strada per finanziarla che non sia una generica revisione delle agevolazioni fiscali. Un obiettivo condivisibile, ma accompagnato da una serie di eccezioni così ampie da ridimensionarne drasticamente la portata effettiva. La coperta è corta, questa è la verità, e le (limitate) risorse disponibili vanno concentrate sulle reali priorità. Aiutare chi lavora e chi fa impresa, rivedere regimi di favore che premiano la rendita in modo non giustificato, sostenere lo sviluppo inclusivo e sostenibile del Paese”. Così il senatore Antonio Misiani, responsabile economico del Pd.


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