a l’abstract Summary ← Precedente  Successiva →

 

Al tavolo che deve decidere sull`utilizzo degli 8 miliardi della manovra per i tagli alle tasse, convocato questa mattina al Mef, il Pd porterà «le due priorità della riduzione del cuneo fiscale sui lavoratori e dell`alleggerimento della pressione sulle piccole e medie imprese. Le soluzioni tecniche sono più di una, ma bisogna privilegiare l`Irpef. Sul lato delle imprese, l`Irap non è l`unica misura possibile: una buona alternativa è il taglio del contributo Cuaf per i datori di lavoro». Lo sostiene Antonio Misiani, il responsabile economico del Pd che rappresenterà i Dem al tavolo sul fisco e che da viceministro dell`Economia nel governo Conte-2 ha seguito da vicino i lavori sul tema in corso da tempo a Via XX Settembre.

Senatore Misiani, non c`è il rischio di un intervento scoordinato rispetto alla delega fiscale?

L`utilizzo degli otto miliardi deve basarsi su una doppia coerenza: con il disegno complessivo della delega e con la fase attuale dell`economia, al centro di una ripresa vigorosa ma
piena di incognite da contrastare. Una buona riforma fiscale può fare molto, per consolidare la ripartenza. La riduzione del carico fiscale sul lavoro dipendente e sulle Omi è pienamente in linea con questi obiettivi.

Come?

La legge di bilancio propone diverse opzioni. Una di queste è una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo. Questo intervento avrebbe un duplice effetto positivo: ridurre il cuneo fiscale sui lavoratone aumentare il grado di equità dell`imposizione, aiutando a superare l`andamento ematico delle aliquote marginali effettive sui redditi da lavoro dipendente.

Nella maggioranza però è forte anche la spinta al taglio delle aliquote Irpef. Come la vede?

Le aliquote e gli scaglioni Irpef vanno senza dubbio rivisti. Si potrebbero addirittura superare e sostituire con il modello tedesco della progressività continua, che ha diversi vantaggi. Siamo pronti a discuterne, a patto di non disperdere le risorse disponibili, oggettivamente limitate, su una platea troppo ampia. Non dimentichiamoci che una riduzione delle prime aliquote avrebbe effetto anche sui redditi più elevati e rischierebbe di produrre un impatto poco percepibile su quelli medio-bassi.

Il ritocco del bonus non rischia però di tradursi in un intervento spot, lontano dalla delega strutturale?

Se fosse un ritocco, assolutamente sì. Se invece si traducesse nella revisione organica di cui parla il Ddl di bilancio, sarebbe del tutto coerente con gli obiettivi scritti nella delega fiscale.

Sulla Flat Tax i Cinque Stelle propongono un regime agevolato transitorio per evitare lo scalone fiscale oggi previsto per chi supera i 65mila euro di ricavi e torna all`Irpef progressiva. Che ne pensa?

Il problema esiste, perché il tetto a 65mila euro spinge a rimanere piccoli o a fare nero. Ma la sede migliore per cancellare questa distorsione è l`attuazione della delega.

E per le imprese?

Una buona soluzione potrebbe essere il taglio del contributo Cassa unica assegni famigliari, che vale quasi due miliardi a carico sui datori di lavoro e appesantisce il cuneo fiscale. Con l`entrata a regime del nuovo assegno unico una sua rivisitazione avrebbe molto senso.

Sul tavolo arriverà anche la riduzione dell`Irap. Siete contrari?

Non abbiamo pregiudiziali di alcun genere. Bisogna però considerare che l`Irap dei privati vale 13 miliardi all`anno, e oggi non ci sono gli spazi per un suo superamento a carico della fiscalità generale. Anche sull`idea di fusione con l`Ires bisogna essere cauti, e misurare con attenzione i possibili effetti redistributivi determinati dal fatto che le platee delle due imposte non coincidono.

In queste ore le tensioni nella maggioranza crescono, e all`orizzonte c`è l`elezione del Capo dello Stato e la campagna per le politiche. Non vede il rischio che le esigenze del consenso abbiano più voce di quelle del fisco?

Il rischio esiste, e va scongiurato sapendo che il Paese deve impegnare entro fine 2023 gli oltre 220 miliardi del Pnrr e realizzare le decine di riforme collegate al Piano. Dovremmo avere tutti in questa innanzitutto questo obiettivo, perché ne va del futuro del Paese. E in questo contesto un atteggiamento responsabile vale mille volte di più di tante promesse elettorali.


Ne Parlano