“Su Transizione 5.0 il governo deve darsi una mossa, perché i ritardi e i pasticci del ministro Urso stanno costringendo le imprese ad una corsa contro il tempo. Il rischio sempre più concreto è che una parte delle risorse disponibili rimangano inutilizzate o vengano utilizzate male”. Lo dichiara il senatore Antonio Misiani, responsabile Imprese della segreteria nazionale PD.
Annunciato da Urso nel luglio del 2023, il piano Transizione 5.0 – un pacchetto di agevolazioni fiscali per i progetti di digitalizzazione e risparmio energetico delle imprese – è diventato norma di legge solo a fine aprile 2024, con la conversione del DL 19/2024, con ulteriori correzioni inserite in corso d’opera nel DL 39/2024. Secondo Misiani “sono passati dieci mesi dagli squilli di tromba con cui il ministro ha annunciato il piano Transizione 5.0 ma ad oggi mancano all’appello l’entrata in vigore delle ultime norme di legge, il decreto attuativo, il regolamento tecnico e la piattaforma telematica necessaria per la gestione dei crediti d’imposta. Sono ritardi assurdi, del tutto incompatibili con i processi decisionali delle imprese, che in molti casi hanno bloccato gli investimenti in attesa di chiarezza sulle regole del piano. Se poi verranno confermate le indiscrezioni che per aver diritto alle agevolazioni non sarà sufficiente la consegna del bene incentivabile ma bisognerà anche averlo messo in funzione e interconnesso, la finestra temporale effettivamente utilizzabile terminerà di fatto nell’estate 2025, per il timore di non rispettare le scadenze. Un gran pasticcio, che renderebbe per tante imprese impossibile l’accesso alle agevolazioni e per l’Italia irraggiungibile l’obiettivo di utilizzare tutti i 6,3 miliardi di risorse PNRR stanziate per il piano”. “È una situazione assurda – conclude Misiani – l’economia si è fermata ma il governo non riesce nemmeno a spendere i fondi che ha a disposizione per fare ripartire gli investimenti e accelerare la transizione ecologica”.