“C’è bisogno di buona politica sia
in Sicilia che in Italia. Noi abbiamo il dovere di farlo. Oggi
viviamo in un contesto di grande incertezza, sia dal punto di
vista geopolitico che dal punto di vista della transazione
ecologica e digitale. In Sicilia e nel Mezzogiorno le cose vanno
un po’ meglio. Bisognerà vedere però se si consoliderà questo
trend, oppure se sarà solo un fuoco di paglia. L’ultimo report
di Banca d’Italia ci dice che nel primo semestre del 2024 il Pil
in Sicilia è cresciuto di circa un punto percentuale rispetto
allo stesso periodo precedente. Nel resto d’Italia invece la
crescita è avvenuta più lentamente”. Così il senatore del PD
Antonio Misiani, intervenendo in video collegamento all’evento
del Popolo democratico PoPDem, in corso a Palermo.
Misiani ha aggiunto: “Veniamo da
una forte ripresa nel biennio 2021 e 2022. Il 2023 e 2024 sono
stati anni, invece, in cui l’economia italiana si è fermata; I
dati più recenti ci dicono che siamoli fronte ad una crescita
zero”. “Gli indicatori sono peggiori rispetto ad altri Paesi
europei – ha sostenuto – Tutto questo smonta la retorica
trionfalistica che il governo ha portato avanti nei due anni di
attività”.
“La riduzione industriale – osserva Misiani – è in calo da 20
mesi. C’è un processo di deidustrializzazione accentuata di
fronte al quale il governo è inerte. La cassa integrazione è
cresciuta del 20%. Anche dal punto di vista delle disuguaglianze
non ci sono notizie positive. Il potere d’acquisto dei salari
non ha ancora recuperato il livello precedente nonostante i
rinnovi contrattuali. I dati sulla povertà assoluta nel 2023 ci
dicono che l’area di emarginazione sociale è a livelli record.
Noi – conclude – temiamo che questi numeri possano peggiorare
dal momento in cui il governo ha abolito il reddito di
cittadinanza e lo ha sostituito con l’assegno di inclusione, che
ha paletti talmente restrittivi da dimezzare la platea dei
beneficiari”