“Giorgia Meloni è andata dai commercialisti raccontando favole senza alcun fondamento e promesse destinate a rimanere lettera morta. È una favola che il governo di destra abbia ridotto la pressione fiscale. La verità è che, al contrario, l’anno scorso il carico sui contribuenti è salito al livello più alto dal 2020 e nei prossimi tre anni non diminuirà, come evidenziano le tabelle pubblicate dal governo poche settimane fa nel Documento di Finanza Pubblica. La parte del leone di questo carico aggiuntivo deriva dall’aumento del gettito IRPEF, con il fiscal drag che ha vanificato il taglio del cuneo fiscale falcidiando i redditi del ceto medio e gli aumenti contrattuali. È una promessa destinata a rimanere tale il taglio delle tasse per i contribuenti tra 28 e 50 mila euro, perché il costo di questa misura è rilevante (4 miliardi), gli spazi di finanza pubblica sono quelli che sono e le forze politiche della maggioranza hanno priorità divergenti tra di loro. Non a caso, i leghisti si sono affrettati a ribadire la necessità dell’ennesima rottamazione delle cartelle, che sarebbe finanziariamente incompatibile con la riduzione delle tasse al ceto medio. Tante parole al vento, insomma. Che tanti interlocutori del governo farebbero bene a rispedire al mittente, anziché avallare una narrazione del Paese molto distante dalla realtà delle famiglie e delle imprese italiane”. Così in una nota Antonio Misiani, responsabile Economia nella segreteria nazionale del PD.


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