«Dobbiamo aprire una fase nuova. Le criticità giuridiche e le condizioni politiche, nel Pd e negli altri partiti del campo progressista, rendono non percorribile un terzo mandato», dice lapidario Antonio Misiani, senatore dem e fedelissimo della Schlein, tracciando la rotta del partito dopo il caso Alfieri.
Anzitutto l`inchiesta giudiziaria che ha colpito un pezzo da 90 del Pd campano. Fermo restando la presunzione d`innocenza che idea si è fatto?
«Sul piano giudiziario, c`è una inchiesta che deve fare il suo corso: abbiamo piena fiducia nella magistratura. Dal punto di vista politico, credo che il Pd debba segnare la massima distanza possibile nei confronti di metodi di gestione della cosa pubblica inaccettabili. Doppiamente, quando sono coinvolti nostri esponenti. È un banco di prova cruciale, perché la credibilità della stagione nuova aperta con l`elezione di Elly Schlein gli elettori la misureranno innanzitutto sui territori. E la Campania è una delle cartine di tornasole più importanti».
E quali anticorpi userete. Per ora c`è la sospensione dal partito che è praticamente automatica in questi casi.
«Il Pd ha regole più severe di quelle previste dalle leggi dello Stato. Noi in Campania le stiamo applicando con il massimo rigore. Lo abbiamo fatto alle elezioni comunali, verificando il rispetto dei requisiti previsti dal codice etico per ogni singola candidatura. E lo abbiamo fatto anche per la vicenda di Alfieri, disponendo immediatamente la sua sospensione dall`anagrafe degli iscritti. Assumeremo ulteriori provvedimenti in relazione agli sviluppi del procedimento giudiziario e continueremo con la linea del rigore senza guardare in faccia nessuno. Detto questo, aldilà delle regole e del loro rispetto, l`anticorpo più efficace contro il malaffare è un partito aperto, contendibile, che discute e decide democraticamente».
Lei è commissario da un anno e mezzo: a che punto siamo? Dall`esterno comunque si dà l`impressione che il Pd campano debba rimanere sotto tutela perché non sano: è così?
«Non siamo all`anno zero. In questo anno e mezzo abbiamo lavorato insieme alle federazioni provinciali per pacificare e rinnovare un partito segnato da profonde divisioni. Non sempre ci siamo riusciti e tantissimo rimane da fare. Ma passi importanti li abbiamo fatti: penso alle tante vittorie alle comunali, a partire da quelle in comuni sciolti per mafia come Castellammare e Torre Annunziata, con proposte di forte rinnovamento. Penso anche al risultato straordinario delle elezioni europee, per cui abbiamo contribuito a costruire una lista forte e plurale, che ha portato il Pd a diventare il primo partito in regione guadagnando oltre sei punti percentuali rispetto alle politiche 2022. Io sono in Campania perché si sono verificati fatti gravi che hanno reso necessario il commissariamento. Ma questo è un partito fatto innanzitutto di tantissimi militanti, amministratori, dirigenti politici che si impegnano al servizio del bene comune e meritano rispetto. Questo cerco di non dimenticarmelo mai».
I nodi sono stati sciolti? A Napoli, Avellino e Caserta sono state cancellate migliaia di iscrizioni farlocche.
«A Caserta, grazie al lavoro paziente di Susanna Camusso e di tanti militanti, il tesseramento è stato completato e si è svolto in condizioni nel complesso ordinate, ben diverse dal caos che aveva portato al commissariamento. Oggi ci sono tutte le condizioni per certificare l`anagrafe degli iscritti, per la prima volta da molti anni. Quanto alle iscrizioni farlocche nelle altre federazioni, credo che i numeri dicano molto: tra il `22 e il `23 il tesseramento si è drasticamente ridotto, passando da 19 mila a 11 mila».
In queste ore emerge un quadro di un sistema diciamo un po` opaco. Non solo l`inchiesta che ha colpito Alfieri ma anche il consigliere regionale Zannini, altro ras deluchiano. Che era anche a Procida con la segretaria Schlein.
«Quanto sta emergendo non può essere sottovalutato. Di questo siamo tutti consapevoli. Anche per questo dobbiamo essere estremamente rigorosi e accelerare il processo di rinnovamento del partito. La credibilità del Pd verso gli elettori passa innanzitutto da questo».
Il Pd e la Schlein sono ora ad un bivio: appoggiare, comunque lasciar fare il terzo mandato al governatore o bloccarlo. O avete deciso che in Campania rimarrà tutto come è?
«La nostra posizione sul terzo mandato è nota. Abbiamo votato contro in Senato e rimaniamo in generale contrari. Il presidente De Luca e la sua squadra in questi anni hanno raggiunto risultati importanti e positivi, che possiamo rivendicare con orgoglio. Credo però che tutti, a partire da lui, dobbiamo misurarci da una parte con il voto parlamentare a livello nazionale, e dall`altra con le criticità giuridiche e con le condizioni politiche, nel Pd e negli altri partiti del campo progressista, che rendono non percorribile un terzo mandato. Dobbiamo aprire una stagione nuova, partendo dal buon lavoro fatto in questi anni. Farlo tutti insieme è lastrada maestra per rivincere le prossime elezioni regionali».