“La condizione disastrosa di Acciaierie d’Italia, culminata con l’amministrazione straordinaria, deriva da una sequenza di errori commessi dai Governi che si sono susseguiti negli anni, dai privati che sono stati chiamati a gestire gli impianti, ma anche dai ritardi e dalle incertezze di questo Governo, in cui hanno convissuto due linee: quella del ministro Urso, caratterizzata da una sostanziale sfiducia verso l’effettivo impegno di ArcelorMittal nel rilancio di Acciaierie d’Italia, e quella del ministro Fitto che invece, parallelamente, a maggio 2023 si è imbarcato in una trattativa riservata con ArcelorMittal, finita nel nulla”. Così il senatore del Pd Antonio Misiani, in risposta alla Sottosegretaria Fausta Bergamotto in Aula a Palazzo Madama. “Il futuro di quegli impianti è una grande questione nazionale. Per questo abbiamo bisogno di un piano nazionale per la siderurgia italiana e di un confronto sistematico con le organizzazioni sindacali. Il Partito democratico chiede al Governo di fare tutto quello che è necessario per garantire la continuità produttiva e l’occupazione di tutti gli impianti e gli stabilimenti di Acciaieria d’Italia e di fare ripartire il programma di decarbonizzazione della produzione, decisivo per tutelare la salute e l’ambiente dei territori interessati”. “Inoltre – afferma Misiani – c’è il tema cruciale del sostegno delle imprese e dei lavoratori dell’indotto. Noi abbiamo presentato le nostre proposte emendative, tra le quali la proposta avanzata dalla Regione Puglia di utilizzare parte dell’avanzo di amministrazione regionale per sostenere le imprese dell’indotto. Mi permetto di rilanciare questa e altre proposte che il Partito democratico ha presentato in Commissione per rafforzare l’intervento a sostegno dell’indotto”. “Siamo pronti a collaborare con il Governo – ha concluso Misiani – in nome dell’interesse nazionale. Abbiamo presentato le nostre proposte con questo spirito e ci auguriamo e auspichiamo che vengano esaminate con la massima attenzione dal Governo e, se possibile, accolte”.


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