Questa maggioranza gira a vuoto sul fisco. E sul terzo mandato siamo al tra comico». Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, affonda sulle ultime uscite di Giorgia Meloni e dei suoi alleati. Senatore Misiani, la maggioranza è in confusione?
«Meloni racconta un`Italia che non esiste. Parla di una riforma che avrebbe ridotto la pressione fiscale, quando siamo ai massimi dal 2020. E rimarremo su questi livelli anche nei prossimi tre anni. Promette di tagliare le tasse al ceto medio. Ma è proprio il ceto medio ad aver subito più di tutti ilfiscal drag, il drenaggio fiscale che ha falcidiato i redditi da lavoro annullando gli effetti del taglio del cuneo». Riusciranno a tagliare le tasse?
«Difficile dopo la gelata di Giorgetti che ha buttato la palla in tribuna, rinviando il mitico taglio a fine legislatura. Senza contare che, dulcis in fundo, la Lega insiste per l`ennesima rottamazione delle cartelle, misura incompatibile con quel taglio. Insomma: ennesima boutade propagandistica. Non sanno che pesci pigliare. D`altra parte, la prossima legge di bilancio è scritta sull`acqua: per ora non c`è nulla. Solo gli annunci».
Che legge di bilancio sarà?
«In gran parte già fatta, vincolata dai numeri del piano strutturale concordato con l`Ue che impone paletti stringenti per i prossimi cinque anni. Gli spazi sono molto limitati. Andranno avanti col pilota automatico. I conti pubblici rispettano i parametri europei e i mercati lo apprezzano. Ma il governo non ha la più pallida idea di come rilanciare una crescita asfittica, che rischia di essere affossata dall`ottovolante dei dazi di Trump».
Meloni però rivendica il record nel recupero dell`evasione.
«È una narrazione che si infrangerà sui numeri reali del tax gap ,la differenza tra tasse dovute e tasse versate, quando finalmente li conosceremo. In verità, tutte le scelte di questi due anni e mezzo sono andate a favore di chi le tasse non le paga. Il concordato preventivo biennale è l`ultimo regalo straordinario agli evasori. Tutto il resto è propaganda».
Cosa succede sul terzo mandato dei presidenti di Regione?
«Siamo al grottesco. Poche settimane fa il governo ha impugnato la legge della Campania e poi quella della Provincia di Trento che aprivano al terzo mandato, vincendo pure davanti alla Corte costituzionale. Oggi, per pura convenienza politica, dicono l`opposto. Ma Tajani non vuole. Fratelli d`Italia non è monolitica. E non è detto che la Lega riesca a spuntarla. Potrebbe risolversi anche qui in una bolla di sapone».
Meloni fa bene ad attribuirsi il merito del flop al referendum?
«Si è beata dei risultati, intestandosi impropriamente gli astenuti. Fossi in lei, non sottovaluterei quei milioni di italiani che hanno scelto di andare a votare e hanno detto sì. E un`Italia che vuole un modello economico e sociale nettamente diverso da quello della destra. Una base importante per costruire l`alternativa alla Meloni».
E qual è il modello della destra?
«Quello di un governo che comanda ma non governa. Galleggia, occupa il potere, lottizza ogni postazione di comando. Ma non ha la minima idea di come far ripartire l`Italia. E ha rinunciato a qualunque tipo di riforma per cambiare davvero il Paese».