“Ci aspettavamo un Piano strutturale di bilancio che indicasse una direzione e impegni precisi su investimenti e riforme.
Abbiamo avuto un Piano strutturale di declino.
Un documento lacunoso e generico, discusso frettolosamente con le parti sociali e portato in Parlamento per una mera ratifica” ha affermato Antonio Misiani, senatore e responsabile economico PD, nella sua dichiarazione di voto in Senato. Secondo Misiani “Il piano è debole e fragile. Sulle riforme, non va al di là della fiera delle buone intenzioni. Nessun cronoprogramma, nessuna indicazione di obiettivi e tappe intermedie. Sugli investimenti, nessuna idea su come affrontare la sfida – sottolineata da ultimo dal rapporto Draghi – individuare l’enorme quantità di risorse aggiuntive pubbliche e private necessarie per la doppia transizione ecologica e digitale. Sulla coesione sociale, la conferma una politica di tagli sistematici alla spesa sociale e di sotto finanziamento di quella sanitaria, inchiodata in rapporto al PIL a livelli inferiori alla fase pre pandemica. E sulle tasse, dove ormai abbiamo una “tassa Meloni al giorno”: prima l’aumento delle accise sul diesel, poi le tasse sui profitti delle imprese, ieri l’aumento delle rendite catastali, e chissà cosa arriverà domani….
La risultante di questo Piano è la certificazione del declino e della stagnazione dell’economia italiana, con una crescita programmata tra il 2025 e il 2029 costantemente inferiore a quella media dell’Unione europea. Con l’aggravante di stime legate a previsioni irrealistiche di attuazione del PNRR. I dati resi noti dall’Ufficio parlamentare di bilancio sono da questo punto di vista impressionanti: solo 9 miliardi spesi nei primi nove mesi del 2024 a fronte dei 44 programmati. Un enorme ritardo su cui il governo dovrebbe fare un’operazione verità e agire di conseguenza”. “Il piano strutturale – conclude Misiani – doveva essere un nuovo PNRR. Abbiamo scritto nella nostra risoluzione le priorità su cui secondo noi era indispensabile incardinare il Piano: la necessità di ripensare in Europa il patto di stabilità e crescita e di costruire nuovi strumenti comuni per finanziare gli investimenti; le politiche industriali per rilanciare la produttività e la crescita; il lavoro, dal salario minimo alla riduzione della precarietà; il rilancio della sanità pubblica e delle politiche sociali; l’istruzione e la ricerca come punto chiave per il futuro. In realtà, il Piano di Giorgetti è un’occasione persa. Non è quello che serve all’Italia. È la conferma dell’inadeguatezza di questo governo”. Così in una nota il senatore Antonio Misiani, responsabile Economico del Pd, intervenendo nell’aula di Palazzo Madama.