«Di fronte a un`economia che si è fermata, al crollo della produzione industriale da 21 mesi consecutivi e al record della povertà assoluta serviva una terapia d`urto per far ripartire il Paese e ridurre le diseguaglianze. Abbiamo invece una legge di bilancio di mero galleggiamento, con forti elementi di iniquità e autentiche schifezze come la cancellazione delle multe ai no vax». Antonio Misiani, responsabile economico del Pd, boccia la manovra che sta per essere ratificata in Senato.
Quali sono gli elementi di iniquità?
«Il più grave riguarda il Servizio sanitario nazionale. Le liste di attesa sono insostenibili: le famiglie spendono oltre 40 miliardi di tasca propria nella sanità privata e 4,5 milioni di italiani rinunciano a curarsi perché non se lo possono permettere. Occorrevano molte risorse aggiuntive, una profonda riorganizzazione della sanità pubblica e migliaia di assunzioni di medici e infermieri: non abbiamo avuto nulla e nei prossimi tre anni il fondo per il Ssn in rapporto al Pil scenderà al minimo storico degli ultimi 15 anni».
La coperta però è corta senatore, dove si sarebbero potute trovare le risorse?
«Noi avevamo proposto un rifinanziamento di 5,5 miliardi l`anno per il Ssn attraverso la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi. Il governo lo ha bocciato senza nemmeno discuterlo».
Il governo Meloni ha priorità diverse?
«Le loro non sono certo la sanità e la scuola pubblica, bensì aprire sempre più spazi ai privati, abbandonando la parte del Paese che sta peggio e lavorando solo a favore di alcuni settori del proprio elettorato».
Quali?
«L`esempio più clamoroso è il concordato preventivo biennale che di fatto è diventato un condono per gli evasori, peraltro con un triplo flop: di adesioni, visto che è stato scelto solo dal 12% dei potenziali
interessati; dal punto di vista dell`equità perché è uno schiaffo ai contribuenti che fanno il loro dovere; sotto il profilo del gettito, che è risibile e del tutto insufficiente a finanziare la riduzione dell`Irpef al ceto medio che il governo aveva promesso ma che ha archiviato».
Il vicepremier Tajani ha tuttavia giurato che il taglio dell`Irpef è solo rinviato, si farà presto.
«Le nozze non si fanno con i fichi secchi, senza una strategia efficace di recupero dell`evasione e di equità fiscale tutte le promesse della destra sono destinate a rimanere sulla carta. Come quelle sulla crescita, tutte finora mancate».
Perché mancate?
«Basta leggere il testo della manovra: taglio del fondo sull`automotive, meno garanzie per il credito alle piccole e medie imprese, drastico ridimensionamento delle detrazioni per l`edilizia e decontribuzione Sud, azzeramento dei fondi per gli investimenti dei comuni, zero interventi per ridurre il costo energia. Scelte che ci porteranno in recessione».
Ma se così è, come mai il consenso del governo resta alto?
«Finora Meloni ha fatto leva sul controllo di gran parte dei media, su un dibattito pubblico in cui si parla di tutto tranne che di economia e sull`assenza di una compiuta alternativa di governo. Ma non durerà. L`economia è in stagnazione e i media vicini alla destra non riusciranno ad occultare la situazione a lungo. Quanto all`alternativa, le ultime regionali indicano la direzione: laddove le opposizioni si
sono unite, hanno vinto».