Il governo sul risiko bancario ha interferito fin troppo. Ora lasci fare il mercato, evitando su tutte le operazioni in corso – compresa l`iniziativa promossa oggi da Mediobanca su Banca Generali un interventismo dannoso e controproducente». L`altolà a Palazzo Chigi arriva dal senatore Antonio Misiani, responsabile Economia del Pd, preoccupato per le manovre sui principali istituti di credito e finanziari del Paese «tese a distorcere la concorrenza: non vorrei per favorire qualcuno vicino al centrodestra».
Sono accuse pesanti senatore.
«Ma guardi cosa è successo sull`Offerta pubblica di scambio volontario lanciata da Unicredit su Banco Bpm: l`esempio forse più macroscopico dei pasticci e delle forzature che hanno caratterizzato l`approccio seguito fin qui dal governo».
Sta parlando della scelta di apporre il golden power per ostacolare Unicredit e agevolare la fusione di Bpm con Mps?
«Gli ostacoli non sono venuti solo dal golden power. Che comunque serve per tutelare la sicurezza nazionale da ingerenze straniere, non deve e non può diventare il mezzo attraverso il quale alterare gli equilibri del mercato bancario perché magari non piace il possibile acquirente. È la ragione per cui ho presentato un`interrogazione alla premier e al ministro dell`Economia affinché chiariscano le basi giuridiche di tale decisione».
Pensa che il governo farà la stessa mossa sull`Ops Mediobanca-Generali?
«Speriamo proprio di no. Il governo in questi mesi ha recitato un doppio ruolo: arbitro in apparenza e giocatore nei fatti, facendo leva sull`art.12 della legge capitali, sulla sua partecipazione in Mps e, appunto, su un uso che non esito a definire spregiudicato del golden power applicato a un`operazione tra due banche italiane».
Il governo non lo poteva fare?
«Il punto è che in questa fase di complessa riorganizzazione del sistema finanziario non è accettabile che l`esecutivo intervenga a gamba tesa, come ha fatto più volte negli ultimi mesi, cambiando le regole del gioco per cambiare in un senso o nell`altro l`esito di queste operazioni».
Avete il sospetto che voglia favorire qualche socio privato?
«Se mettiamo in fila le scelte delle ultime settimane, il quadro che emerge favorisce da una parte le posizioni della Lega a sostegno di Bpm e dall`altra le mosse dei gruppi Caltagirone e Delfin della famiglia Delvecchio. Iniziative legittime e rispettabili, che però vanno fatte valere di fronte al mercato, senza aiutini impropri da parte della maggioranza. Che invece, approvando la legge capitali, ha introdotto una serie di paletti per scoraggiare la presentazione di liste da parte dei consigli di amministrazione, in totale controtendenza rispetto a quanto accade negli altri paesi avanzati».
In pratica che significa?
«Si tenta di favorire singoli soci privati, limitando le prerogative dei cda».
Come opposizioni cosa pensate di fare?
«Esigiamo chiarezza. Perciò insisteremo perché il governo venga in aula a rispondere sull`utilizzo del golden power nell`Ops Unicredit-Bpm, tanto più se si sceglierà di attivarlo anche sull`Offerta pubblica di scambio Mediobanca-Generali. Per quanto ci riguarda è indispensabile che il governo assuma una posizione neutrale e garantisca il rispetto dei principi di concorrenza, trasparenza e corretto funzionamento del mercato, evitando restrizioni non giustificate che rischiano di danneggiare l`intero sistema bancario italiano ed europeo».


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