“La delega fiscale del governo Meloni è una grande occasione perduta, le tante promesse di questo provvedimento sono destinate a rimanere lettera morta” dichiara Antonio Misiani, senatore PD e responsabile economico del partito. “Il sistema tributario aveva bisogno di una riforma coraggiosa” – prosegue Misiani – “Il governo ha invece rinunciato in partenza a qualunque azione seria di superamento dei regimi di favore, scegliendo di conservare la situazione esistente per timore di scontentare settori del proprio elettorato. Una differenza molto netta rispetto alla legge delega proposta dal governo Draghi, che puntava ad un riordino complessivo verso un assetto di tipo duale e affrontava temi come il catasto che invece la destra continua a considerare un tabù. La realtà è che la delega fiscale del governo Meloni è funzionale al consolidamento di un sistema fiscale corporativo, in cui specifiche categorie di contribuenti hanno conquistato posizioni di vantaggio a discapito dell’equità orizzontale complessiva. L’indicazione della flat tax per tutti i contribuenti come obiettivo strategico della riforma è una prospettiva in netto contrasto con il principio di progressività sancito dalla Costituzione. La tassa piatta favorisce per definizione i contribuenti a reddito più alto sottraendo risorse preziose per il finanziamento di servizi pubblici essenziali come la scuola e la sanità. La lettura del Senato ha portato all’accoglimento di una serie di emendamenti che indeboliscono la lotta all’evasione fiscale e favoriscono i contribuenti infedeli, mentre molto grave è stata la bocciatura da parte del governo e della maggioranza dell’emendamento presentato dal PD per attivare un fondo perequativo per la copertura integrale dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) evitando inasprimenti della pressione fiscale a livello locale. La chiusura nei confronti dell’opposizione è arrivata al punto di stoppare una proposta di assoluto buon senso come la proroga degli adempimenti fiscali dal 31 luglio al 21 agosto, richiesta a gran voce dai tributaristi e dalla stessa maggioranza in commissione. Quanto alle tante ambizioni della delega, dall’abolizione dell’IRAP fino al taglio di numerosi altri tributi, in gran parte non avranno seguito concreto: l’economia italiana si sta fermando, l’aumento dei tassi di interesse sta appesantendo il servizio del debito pubblico e l’anno prossimo torneranno in vigore le regole di bilancio europee. Le nozze non si fanno con i fichi secchi: la verità è che questa delega è una scatola vuota”.


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