= (AGI) – Taranto, 4 nov. – “Su Taranto c’e’ molta attenzione, a partire da Elly Schlein. Taranto e’ paradigmatica a livello nazionale. Tanti dei temi di cui ci occupiamo, lavoro, ambiente, salute, si concentrano qui con un livello di gravita’ non riscontrabile in altre parti d’Italia. Se non affrontiamo la vicenda Taranto, parlare di transizione ambientale giusta, sono solo chiacchiere. E’ qui che si vede se davvero si puo’ costruire una transizione giusta oppure no”. Lo ha detto Antonio Misiani, responsabile economico del PD e componente della segreteria Dem, parlando con i giornalisti a margine delle riunioni avute con sindacati e associazioni ambientaliste sull’ex Ilva, presenti anche Ubaldo Pagano, capogruppo PD in commissione Bilancio alla Camera, e il segretario PD della Puglia, Domenico De Santis. “Come PD, da tempo abbiamo attivato un tavolo nazionale sulla siderurgia che sta seguendo la vicenda Ilva e di Taranto in particolare – prosegue Misiani – Siamo in una fase delicatissima. A fine novembre scade il termine per la presentazione delle offerte vincolanti. Dopo le 15 manifestazioni di interesse, di cui purtroppo solo 3 relative all’intero complesso aziendale, noi, che oggi abbiamo rifatto il punto con i sindacati e le associazioni ambientaliste, riteniamo che sia assolutamente necessario e prioritario superare la contrapposizione, a lungo molto forte in questa terra, tra diritto al lavoro e diritto all’ambiente e alla salute”. “Se c’e’ un luogo dove va costruita una transizione sostenibile dal punto di vista ambientale ma anche giusta sotto il versante sociale, e’ Taranto. Crediamo che ci siano una serie di priorita’ che vadano messe in campo. C’e’ da capire quale sara’ il destino di quest’apparato produttivo. Riteniamo – conclude – che vada individuato un partner industriale stabile e possibilmente piu’ affidabile di quelli precedenti, ma insieme ad una presenza diretta dello Stato che possa essere garanzia per il territorio e i lavoratori. Il GOVERNO si questo ha una posizione che noi non condividiamo. Il golden power e’ una soluzione molto piu’ debole e non permette di incidere direttamente sulle scelte gestionali. Continuiamo a ritenere che la presenza diretta dello Stato sia assolutamente indispensabile”.


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