“Gran parte dei media ha presentato l’elezione del Presidente della Repubblica come una generica “sconfitta della politica”. Mi permetto di dissentire: è una lettura superficiale e fuorviante. Superficiale perché sottovaluta la complessità del quadro politico di partenza, con entrambi gli schieramenti lontani dall’avere la maggioranza assoluta dei 1.009 grandi elettori. E quindi privi, nei fatti, di un diritto di prelazione per l’elezione del nuovo inquilino del Quirinale. Fuorviante perché una parte della politica è uscita effettivamente sconfitta. Un’altra parte assai meno”. Lo segnala Antonio Misiani, Senatore e Responsabile economico della Segreteria nazionale PD, in una riflessione a distanza di tempo dall’elezione del Capo dello Stato pubblicata sull’ultimo numero di Dimensione Informazione, il mensile di politica, economia e società diretto da Roberto Serrentino. “Non mi addentro nel giochino dei vincitori e dei perdenti. Tutti o quasi si sono fatti un’opinione precisa, in merito. Chi ha preteso di fare da king maker senza avere i numeri è finito contro un muro. Chi ha preso atto della realtà e ha saputo giocare di rimessa ha ottenuto un risultato per molti versi insperato. Il Paese ha assistito a giorni e giorni di montagne russe, ma oggi ha nuovamente alla guida un Presidente come Sergio Mattarella, che nei sette anni del suo primo mandato ha dato prova di equilibrio, solidità e capacità di gestire passaggi politici assai difficili. È questo, alla fine della fiera, ciò che realmente conta”, aggiunge Misiani.


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