Per Antonio Misiani il viaggio di Giorgia Meloni negli Usa è stato tutt`altro che un successo, «pacche sulle spalle e nessuna sostanza», anzi «in termini calcistici è stato un “tre a zero per Trump”». Il responsabile economia Pd invita a prendere con cautela le promesse del presidente americano su un accordo sui dazi. Eppure il giudizio più diffuso sulla visita di Meloni è positivo. Non teme che FdI vi accuserà di “rosicare”, come dicono spesso?
«Noi facciamo sempre il tifo per l`Italia, e per l`Europa. Ma la Meloni a Washington ha fatto più che altro un`operazione di immagine. Molti sorrisi e complimenti, ma zero risultati concreti. Anzi, in termini
calcistici direi che è un tre a zero per Trump, che ha allineato la Meloni sulla sua agenda. Ha incassato lo stop alla web-tax, indebolendo il potere contrattuale dell`Europa; più vendite di armi; più forniture di gas naturale. Quanto ai 10 miliardi di investimenti italiani negli Stati Uniti annunciati da Meloni, sono meno posti di lavoro nel nostro Paese. La premier dovrebbe semmai fare il contrario, invitando le imprese italiane a non spostarsi negli Usa. L`unica cosa che Meloni ha ottenuto in cambio è una visita di Trump in Italia. Come dal 1945 hanno fatto 13 presidenti americani su 14».
Ma Trump ha detto che cercherà un accordo complessivo con l`Ue. Non è quello che volevate?
«Le promesse di Trump è meglio prenderle con beneficio di inventario, di annunci e giravolte ne abbiamo visti fin troppi. Ci auguriamo che accada, ma è essenziale che si avvii immediatamente un negoziato e l`unico soggetto titolato a farlo è l`Ue. Meglio restare con i piedi per terra e non lanciare messaggi trionfalistici senza fondamento».
L`Italia si impegna a portare la spesa militare al 2% del Pil: dovremo trovare 10-13 mld in più all`anno o verranno solo calcolate come investimenti militari spese che già effettuiamo?
«Giorgetti punta sulla riclassificazione di alcune voci di spesa, una specie di gioco di prestigio per far vedere agli alleati americani che siamo già al 2% del Pil. Dubito che se la bevano. Di sicuro non ha abboccato Crosetto, che si è arrabbiato. Viceversa, se l`aumento sarà reale saranno dolori: l`Ufficio parlamentare di bilancio ci dice che l`impatto sarà negativo su debito e spesa pubblica. Il rischio concreto è dover tagliare la spesa sociale o aumentare le tasse».
Incontrando Trump Meloni ha ribadito le gerarchie nel governo, con Salvini?
«Questa gara a chi è più trumpiano tra la Meloni e Salvini è stucchevole. La realtà è che il legame ideologico della destra italiana con quella americana non ci porta nulla di buono. Le scelte di Trump sono un disastro per le imprese e per i lavoratori italiani». Voi bocciate anche il Dfp. Non salvate niente? «Il problema è che il governo non ha la più pallida idea di come affrontare la crisi. In Spagna è già operativo un piano di sostegno per l`economia, in Italia siamo a carissimo amico. Promettono di spostare i fondi Pnrr e coesione, come faceva Mussolini con i carri armati, ma di concreto non stanno facendo nulla. Il Dfp di Giorgetti è il nulla cosmico».


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