“Ad una prima impressione desta stupore la dichiarazione di Bersani circa l’impossibilità a parlare in questi anni nel PD. Si comprende come si tratti di un espediente, per cercare di dare un senso a ciò che senso non ha, ossia la scissione”.
Lo afferma il senatore del Partito democratico Claudio Moscardelli in risposta all’intervista di Bersani a Repubblica.
“Il Pd ha un ordinamento democratico e il partito è contendibile – sottolinea l’esponente pd – Dopo la vittoria di Renzi al congresso di fine 2013, tutti i passaggi politici e parlamentari sono stati oggetto di valutazione e decisione della direzione nazionale, dell’assemblea nazionale e dei gruppi parlamentari. Su riforme costituzionali e legge elettorale oltre a ripetuti passaggi democratici e’ stato consentito di non uniformarsi alla maggioranza espressa negli organismi. Si è consentito di sollevare casi di coscienza con voti diversificati su materie esclusivamente politiche. La minoranza ha organizzato i comitati per il no facendo campagna contro la riforma costituzionale”.
“Il tema vero è la crisi di rigetto di una parte minoritaria verso la nascita del Pd – conclude Moscardelli – concepito da Bersani e compagni come continuazione del PCI, PDS e DS. O il partito è espressione della ‘ditta’ oppure il segretario democraticamente eletto diventa il nemico, peggiore di Berlusconi. Difficile ricordare una scissione più incomprensibile, più irresponsabile e più inutile”.