L’Italia deve decidersi ad affrontare e a vincere la sfida per lo sviluppo del Sud del Paese.
Bene l`istituzione del Ministero per la Coesione e per il Mezzogiorno con la nomina di valore di De Vincenti. Il decreto legge 243 del 2016 in corso di conversione contiene misure utili. Ci sono risorse rilevanti per il Sud: 98 miliardi dal 2017 al 2023 da destinare allo
sviluppo.
Peri fondi europei sulla programmazione 2007 – 2013 si è riusciti negli ultimi due anni a recuperare il ritardo e a spendere tutti i fondi alla scadenza del 31 dicembre 2015. Sulla programmazione 2014-2020, si è avuta una capacità di progettazione e di utilizzo dei fondi tempestiva per cui non si è in ritardo e in affanno come in passato. Governo e Regioni sono stati dunque efficaci. Notevole è stata anche l`azione di governo per risolvere con successo la situazione di importanti aziende del Mezzogiorno in crisi o la stipula di accordi di programma o di protocolli di intesa per aree industriali del sud.
Il Governo è seriamente impegnato per promuovere e realizzare progetti infrastrutturali decisivi per legare il Mezzogiorno al resto del Paese e all`Europa: dal Piano Banda Ultralarga, all`Alta Velocità sugli assi adriatico e tirrenico e sulla Napoli-Bari-Taranto e all`ammodernamento del sistema ferroviario in Sicilia e Sardegna; dal Piano della portualità e della logistica che punta a fare dell`Italia e in particolare del Mezzogiorno un hub delle merci per tutta l`Europa – al Piano degli aeroporti.
Il Governo si è attivato per costruire 16 Patti per il Sud: uno per ognuna delle 8 Regioni e 7 città metropolitane ai quali si aggiunge il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) di Taranto.
Sono consapevole dell`impegno del Governo per politiche di investimento per il centro sud.
Tuttavia credo che occorra un ulteriore salto di qualità che è necessario per i dati di partenza del Mezzogiorno: il Pil prodotto nel Mezzogiorno è pari solo al 20% del Pil nazionale; la quota del nostro export prodotta nel Sud è ancora più bassa, i110%; il tasso di occupazione è il 42,6% contro un dato nazionale al 56,3% (dati 2015). Questi dati e i pur timidi anche se importanti segnali di ripresa del sud nel 2015 e confermati nel 2016, chiariscono tuttavia le dimensioni gigantesche della sfida tutta da affrontare. Il cambio di passo è notevole rispetto al periodo 2002- 2013 in cui il divario del sud è cresciuto.
Ma è chiaro che occorre di più. Il Mezzogiorno è l`enorme riserva di potenziale per lo sviluppo dell`intero Paese. Se fosse messo in moto il sud darebbe all`Italia la leadership europea. Non basta però una politica seppure indispensabile di recupero del gap, perché in realtà il divario sarà destinato ad aumentare. Mi spiego. Milano e la Lombardia rappresentano la più forte regione manifatturiera d`Europa, una delle aree più ricche del mondo. Nord est e Nord ovest hanno un forte tessuto industriale e il centro nord rappresenta l`area dell`Italia in cui si continua a investire di più e a ritmi più serrati. Realizzare al sud infrastrutture che al nord ci sono già da dieci anni (Alta Velocità) o da 40 anni (autostrada) non segnerà la svolta. Sarà indispensabile ma per una svolta futura che invece serve adesso. La forbice altrimenti è destinata ad allargarsi.
Concentriamo l`attenzione sulla politica industriale. L`Italia si sta impegnando e a ragione per rafforzare il nostro sistema industriale. Il Piano Industria 4.0 è molto positivo e va nella direzione giusta ma le imprese del sud, poche e più piccole, se ne avvantaggeranno in misura minore.
Se non teniamo presente il divario che c`è e che incide sull`efficacia di ogni nuovo prowedimento non ne veniamo fuori. Basti vedere il cattivo funzionamento al sud dell`ottima misura del credito d`imposta per gli investimenti. Sul tema della ricerca e sviluppo a servizio delle imprese, in Italia abbiamo poli di ricerca di grande valore come a Bergamo (Kilometro Rosso), a Trieste (Sincrotrone), altri ve ne sono in varie regioni del Nord e costituiscono formidabili motori di sviluppo. Nel Lazio, che è la seconda economia del Paese dopo la Lombardia non ve ne è alcuno paragonabile con quelli citati.
Milano dopo Expo sta realizzando Human Technopole, si candida per l`Agenzia europea del farmaco e il Politecnico raggiunge un accordo con le università cinesi di Pechino e Shangai per un hub di ricerca industriale alla Bovisa a Milano. Mentre al sud si debbono costruire autostrade e Alta Velocità, a Milano e al nord sarà partita la quarta rivoluzione industriale (Industria 4.0).
Se nel centro sud non vi sono investimenti straordinari con servizi e infrastrutture aventi funzioni e rilevanza nazionale ed europea, il divario sarà destinato ad allargarsi e l`apporto del Mezzogiorno alla ricchezza del Paese sarà sempre marginale.


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