Il Senato,
premesso che:
il 24 agosto 2016, alle ore 3:36, un sisma di magnitudo 6.0 ha colpito una vasta porzione dell’Appennino centrale tra le province di Rieti, Ascoli Piceno e Perugia, e ha coinvolto alcune decine di comuni collocati nelle regioni Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, provocando i danni più ingenti nei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto;
le vittime accertate sono state 298, i feriti 386, le persone estratte vive dalle macerie sono state 238;
secondo i dati ufficiali del Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, sono 4.454 le persone assistite ospitate nei campi e nelle strutture allestite allo scopo. Nel Lazio sono assistite in 14 campi 1.102 persone mentre altre 60 sono alloggiate in tende distribuite in modo diffuso tra i comuni colpiti; allo stesso modo, nelle Marche sono alloggiate 995 persone mentre 918 sono ospitate in 11 campi. In Umbria sono assistite 1.075 persone, 274 sono le persone che risultano ospitate in Abruzzo e 30 sono alloggiate presso un hotel di San Benedetto del Tronto;
considerato che:
il sistema nazionale di protezione civile si è messo in moto con efficienza ed efficacia già dai primissimi momenti successivi al sisma;
si sono, infatti, immediatamente riuniti l’Unità di crisi e il Comitato operativo nazionale ed è stato varato nelle prime ore del mattino il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri volto ad affidare ogni potere necessario a coordinare tutti i soccorsi al capo del Dipartimento della protezione civile;
i primi interventi, oltre a quelli volti al salvataggio di vite umane, sono stati incentrati sul ripristino della viabilità, per consentire l’arrivo di tutti mezzi di soccorso sui luoghi terremotati e sulla riattivazione dei sistemi di comunicazione e di fornitura di energia elettrica;
il 25 agosto 2016 il Consiglio dei ministri ha proclamato, con delibera, lo stato di emergenza per 180 giorni e ha stanziato i primi 50 milioni di euro per il soccorso e l’assistenza delle popolazioni colpite a valere sul Fondo per le emergenze nazionali di cui all’articolo 5, comma 5-quinquies, della legge 24 febbraio 1992, n. 225;
il Consiglio dei ministri ha altresì proceduto alla nomina di Vasco Errani a commissario straordinario del Governo per la ricostruzione nei territori colpiti dal terremoto,
considerato che:
dopo il terremoto del 31 ottobre 2002, che ha colpito i territori al confine fra il Molise e la Puglia, il Dipartimento della protezione civile ha adottato l’ordinanza 20 marzo 2003, n. 3274, con lo scopo di fornire una risposta immediata alla necessità dell’aggiornamento della classificazione sismica e delle norme antisismiche, dando mandato alle Regioni, in armonia con il dettato dell’art. 112 del decreto legislativo del 31 marzo 1998, n. 112, per l’individuazione delle zone sismiche;
tale ordinanza per la prima volta ha classificato tutto il territorio nazionale come sismico suddividendolo in 4 zone, caratterizzate da pericolosità sismica decrescente; per ciascuna zona sono previsti interventi antisismici differenti in grado di rispondere alla potenza sprigionata dal probabile sisma. Successivamente, in attuazione dell’art. 5 del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, convertito, con modificazioni, della legge 27 luglio 2004, n. 186, è stato emanato il decreto ministeriale 14 settembre 2005, con il quale sono state approvate le norme tecniche per le costruzioni, allo scopo di riunire in un unico testo la disciplina tecnica relativa alla progettazione ed all’esecuzione delle costruzioni e di realizzarne nel contempo l’omogeneizzazione e la razionalizzazione;
l’entrata in vigore del decreto ministeriale 14 settembre 2005 ha determinato la piena operatività della nuova classificazione sismica, comportando la necessità dell’applicazione dell’art. 104 del testo unico in materia edilizia, decreto del Presidente della Repubblica del 6 giugno 2001, n. 380, relativo alle “Costruzioni in corso in zone sismiche di nuova classificazione”;
la normativa antisismica costituisce, assieme alla classificazione sismica, lo strumento attraverso cui realizzare la prevenzione;
nel 2009 è stato istituto il Fondo per la prevenzione del rischio sismico, con una dotazione pluriennale fino all’anno 2016, affidando l’attuazione della disposizione al Dipartimento nazionale della protezione civile, che nel corso degli anni ha emanato ordinanze e decreti, svolgendo un ruolo fondamentale in fase di valutazione preventiva, ripartendo le risorse tra le Regioni sulla base dell’indice medio di rischio dei territori, destinandole, tra l’altro, a studi di microzonazione sismica e a interventi strutturali di rafforzamento locale o di miglioramento sismico;
è necessario, anche in questa occasione, assumere iniziative per stanziare, già dalla prossima sessione di bilancio e per i prossimi anni, risorse adeguate per avviare e garantire la ricostruzione, tenendo conto della recente stima dei danni quantificata in circa 4 miliardi di euro e prevedendo la fondamentale collaborazione con gli enti territoriali interessati dagli eventi sismici del 24 agosto 2016;
è altresì necessario, allo scopo di accelerare la ricostruzione, effettuare una dettagliata mappatura dei territori colpiti dal sisma, al fine di aggiornare e integrare l’elenco dei comuni del cratere, come individuati dall’elenco allegato al decreto del Ministero dell’economia del 1° settembre 2016 poiché molti non sono in esso ricompresi,
considerato inoltre che la normativa riguardante il sistema nazionale di protezione civile, fiore all’occhiello del nostro Paese, ha bisogno per sua natura di essere continuamente riordinata: la richiesta pressante al Governo di molte istituzioni regionali e locali colpite, nonché di tutti i soggetti che a vario titolo sono stati coinvolti nella gestione del superamento di gravissime emergenze per calamità è stata quella di disporre di una normativa quadro omogenea in tutta Italia, che possa offrire risposte adeguate ai bisogni del sistema pubblico e privato e che non debba reiterare la disparità di misure che, purtroppo, si è creata tra Regioni differenti, soprattutto negli ultimi anni. Il disegno di legge (AC 2607) si pone questo obiettivo di ricognizione, coordinamento e integrazione delle disposizioni legislative vigenti in materia di protezione civile;

preso atto del percorso di audizioni svolto sul progetto “Casa Italia” dalla Presidenza del Consiglio dei ministri di concerto con i Ministeri coinvolti con tutti i portatori di interesse, che hanno formulato proposte ed idee importanti ed innovative di cui si ritiene necessario tenere conto,
il progetto “Casa Italia” dovrà permettere il coordinamento di una serie di interventi, da quelli sulle scuole, alle bonifiche, dalle opere di diffusione della banda larga alle opere contro il dissesto idrogeologico; dalla riqualificazione delle periferie alla modernizzazione degli impianti sportivi: il tutto articolato in un unico progetto complessivo che abbia linee guida chiare e una regia di insieme;
impegna il Governo:
1) a sostenere una rapida conclusione dell’iter parlamentare dell’AS 2068 recante “Delega al Governo per il riordino delle disposizioni legislative in materia di sistema nazionale della protezione civile”, attualmente all’esame delle Commissioni 1a e 13a del Senato, al fine di migliorare un sistema che già rappresenta un’eccellenza italiana all’estero, attraverso semplificazioni e definizioni di ruoli e competenze;
2) ad orientare la procedura di ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 24 agosto attorno a 5 imperativi chiave: a) qualità massima ed efficienza degli interventi, con il massimo rispetto possibile dell’identità dei luoghi e degli edifici, evitando di dislocare le nuove costruzioni in zone nuove e di disgregare le comunità locali, e operando nel rispetto dell’ambiente, dell’identità architettonica preesistente e della tutela del paesaggio; b) democrazia, attraverso una responsabilizzazione delle comunità locali e di tutti i livelli istituzionali presenti, facendo affidamento sugli eletti; c) trasparenza, per mezzo di piattaforme informatiche per la gestione di tutte le risorse e la rendicontazione puntuale e continua degli interventi; d) legalità, attraverso la creazione di meccanismi di selezione e controllo delle imprese incaricate dei lavori per una ricostruzione “mafia free “; e) equità, ovvero corresponsione del dovuto ai cittadini, alle imprese, agli enti delle comunità colpite, senza un euro in più, ma senza neanche un euro in meno;
3) a definire in tempi rapidi i contenuti e le misure da inserire nel progetto “Casa Italia”, tenendo in debito conto le proposte e le idee raccolte nel confronto aperto con i principali portatori di interesse del Paese, a partire da un piano nazionale di prevenzione antisismica fondato su 3 fasi: monitoraggio e diagnostica, adozione del fascicolo di fabbricato e adozione della certificazione sismica obbligatoria;
4) a pianificare il fabbisogno pluriennale di risorse pubbliche e private, per dare seguito e continuità nel tempo alle proposte inserite nel progetto “Casa Italia”, indicando da subito le misure stralcio da prevedere negli strumenti finanziari già in discussione per il 2017;
5) a considerare l’estensione del meccanismo di efficientamento energetico dei condomini anche alla messa in sicurezza antisismica;
6) a prevedere per gli interventi di adeguamento antisismico su immobili pubblici di pertinenza comunale (ad integrazione di un programma nazionale pluriennale di intervento) la possibilità di un ruolo di finanziamento o cofinanziamento autonomo dei Comuni sugli immobili, che si accompagni ad analoga operazione da parte delle altre amministrazioni pubbliche;
7) a dare continuità per 3 anni al meccanismo di incentivazione dell’ecobonus per le ristrutturazioni e riqualificazione energetiche, anche per gli adeguamenti e consolidamenti sismici, cambiando e semplificando i criteri e i meccanismi vigenti, prevedendo norme specifiche per i soggetti incapienti.
8) a valutare la possibilità di destinare quota parte dei fondi europei nel progetto “Casa Italia” e di negoziare maggiore flessibilità con le istituzioni europee;
9) ad attivarsi in sede europea, affinché le risorse necessarie per la messa in sicurezza degli edifici pubblici siano escluse dal patto di stabilità;
10) ad avviare un percorso di approfondimento su possibili forme assicurative dei fabbricati nei confronti dei rischi derivanti da tutte le calamità naturali;
11) a riferire al Parlamento, con cadenza semestrale, sullo stato della ricostruzione del terremoto del 24 agosto 2016, con particolare riferimento alle risorse economiche e strumentali impegnate.

VACCARI
MARINELLO
ROMANO
MAZZONI


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