Come e oltre Tony Blair
‘Chapeau! Matteo Renzi come e oltre Tony Blair: conquista il partito contro l’establishment e poi il governo; bacchetta la CGIL e le banche; avvolge nella sua ragnatela il primo partito del centro-destra ma non se lo porta nella maggioranza; batte in breccia l’antipolitica grillina. Chi rimpiange Letta deve chiedersi quale risultato avrebbe avuto il Pd senza la svolta a palazzo Chigi, e darsi una risposta onesta’. Lo scrive sul suo blog Massimo Mucchetti, Senatore del Pd e Presidente della Commissione Industria di Palazzo Madama.
‘Rispetto a Blair – continua Mucchetti – il premier italiano esercita più potere nel partito, non avendo un Gordon Brown alle costole. Con la riforma del Senato e l’Italicum, mira ad avere più presa nelle istituzioni: senza correzioni, la seconda camera italiana non sarà mai una Camera dei Lord ma una cosetta; il premio di maggioranza al partito o alla coalizione oltre il 37% appare più sicuro, per chi parte in vantaggio, del doppio turno di collegio o dei collegi uninominali. Diversamente dai predecessori, è il premier in carica a fare da scudo (ed è un bene) al Quirinale e non viceversa. Nel Paese, il sistema dei media è assai più prono al potere di quanto non sia nel Regno Unito’.
‘Renzi, oggi più forte di quanto non fosse Il Blair degli inizi, conta su consensi analoghi a quelli della Dc anni ’50, ma nel bene e nel male il Pd non si articola in correnti come lo scudo crociato né deve vedersela con partiti come il Pci di Togliatti, il Psi di Nenni, il Pri di La Malfa e il Pli di Malagodi. Il Pse è arrivato secondo in Europa, ma del Pse il Pd è il socio più forte, mentre l’Italia rappresenta il primo partner politico della Germania nell’Europa no euro. La fresca strapotenza domestica di Renzi troverà la sua prima, decisiva misurazione in quanto l’Italia – conclude Massimo Mucchetti – porterà a casa la riforma dell’Unione europea’.

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