“Colpisce la superficialità politica e amministrativa con la quale il neo assessore del Comune di Roma, Marcello Minenna, cerca di risolvere il conflitto di interessi che grava su di lui in quanto dirigente Consob e azionista di riferimento dell’Acea, società quotata che emette azioni e obbligazioni negoziate in Borsa. Non basta rinunciare al compenso del Campidoglio per mantenere incarico e, ovviamente, stipendio in Consob. È questo un punto da considerare certo, ma del tutto minore. I punti politici veri sono altri due”, lo scrive oggi sul suo blog Massimo Mucchetti, presidente della commissione Industria di palazzo Madama.
“Il primo – sottolinea Mucchetti – riguarda il rapporto tra le pubbliche amministrazioni. Il Sindaco di Roma ha chiesto alla Commissione di controllo sulla Borsa l’autorizzazione ad assegnare l’incarico assessorile a Minenna che da quella pubblica amministrazione dipende? Ritiene il Sindaco che al Comune di Roma basti un assessore a mezzo servizio per gestire bilancio, patrimonio e partecipazioni societarie? Ritiene il collegio della Consob che l’Ufficio analisi quantitative e innovazione finanziaria possa a sua volta essere diretto da una persona a mezzo servizio quando questa stessa persona finora vi si è dedicata a tempo pieno?”, si domanda il presidente della commissione Industria del Senato.
Inoltre, per il senatore dem c’è un secondo punto politico: “Ritiene la Cconsob che possa continuare a reggere un ufficio, che collabora in vario modo alla vigilanza sui titoli e sui loro emittenti, una persona che assume un ruolo così rilevante in uno o più soggetti vigilati? E non ritiene lo stesso sindaco di Roma, per coerenza con le posizioni radicali del M5S in tema di conflitti d’interesse, di dover porre rimedio a questa situazione di palese, sostanziale conflitto evitando il latinorum degli Azzeccagarbugli di chi considera questo ufficio della Consob slegato dal rapporto della Commissione con i vigilati?
“Ricordo al Campidoglio, alla Consob e al ministero dell’Economia, che ho chiamato a rispondere al più presto in Senato, che i commissari e i dirigenti della Consob non possono prendere incarichi professionali in soggetti vigilati per due anni dopo la cessazione del mandato o del servizio presso la Commissione. Si può discutere se questa norma, ottima in linea di principio, non abbia poi l’effetto di ridurre la possibilità di assumere le persone di più alta qualità per taluni incarichi pubblici, ma ora la norma c’è e va rispettata. Nella lettera e nella sostanza”, così conclude Massimo Mucchetti.


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