Non basta una prorogatio. La Cassa è in grado di fare molto nel quadro asfittico del capitalismo italiano. Il nuovo governo stabilisca le strategie
Caro direttore, ieri il Sole 24 Ore ha sostenuto l`immediata riconferma di Franco Bassanini come presidente della Cassa depositi e prestiti (Cdp) e di Giovanni Gorno Tempini come amministratore delegato. SEGUE A PAG. 9 Cdp può far meglio, la politica stia lontana SEGUE DALLA PRIMA È una presa di posizione importante. La partita del Quirinale può distrarre l`opinione pubblica dal controllo su quanto accade o può accadere in un centro di potere come la Cdp, che pure amministra ben 300 miliardi di risparmio postale. Il quotidiano della Confindustria polemizza, pur senza nominarli, con i fautori della prorogatio dei vertici della Cdp in attesa del nuovo governo. La prorogatio, infatti, limiterebbe all`ordinaria amministrazione l`opera dell`attuale consiglio e perciò congelerebbe l`apporto della Cdp al pagamento dei debiti commerciali delle pubbliche amministrazioni, rinviando ulteriormente questa tanto attesa boccata d`ossigeno per le imprese. Potremmo aggiungere che una Cdp congelata non potrebbe esercitare alcun ruolo in partite strategiche come quella sulla rete di telecomunicazioni proprio mentre Telecom Italia discute di una possibile alleanza con i cinesi di Hutchison Wampoa o mentre la Snam pone le premesse per una rete europea del gas. Potremmo pure osservare che un tale sostegno alla Cdp da parte de il Sole 24 Ore sembra contrastare con le richieste di smantellarla o di privatizzarla pure avanzate da economisti e intellettuali di area liberista che, curiosamente, dimenticano la garanzia pubblica prestata al risparmio postale. Tutto bene, dunque. Ma il punto vero non è questo. Il punto vero è come preservare la Cdp dall`assalto della politica politicante. Il partito della prorogatio non ha un volto preciso. Qualcuno lo ritiene ispirato dal consigliere di Stato, Antonio Catricalà, sottosegretario a palazzo Chigi, che l`ha invocata su il Messaggero a proposito di Finmeccanica, altra società a controllo statale. Ma, ancora una volta, non è questo il punto. Non è questione di persone. Aggiungere le nomine alla Cdp a quelle di altre società a controllo pubblico potrà offrire il terreno di coltura a scambi e mercati di poltrone e strapuntini senza che si apra un franco dibattito sul ruolo della Cdp in Italia e in Europa. Bassanini e Gorno hanno avuto due grandi meriti: costruire una struttura della Cdp che può dare molto all`economia; preservare la Cdp dal gioco delle clientele partitiche. Avrebbe potuto fare anche di più, la Cdp, se avesse ricevuto indirizzi più chiari e coraggiosi da parte del ministero dell`Economia. Non si capisce, per esempio, perché il Fondo strategico debba possedere per legge soltanto quote di minoranza nelle società partecipate e non è chiaro se la scelta delle partecipazioni obbedisca a un disegno strategico di politica industriale nella scelta degli interlocutori o se prevalga una mera logica di private equity. Così come resta un mistero perché la Cdp non possa essere azionista di Enel e Terna o di Eni e Snam in nome di una concezione libresca dell`Antitrust, posto che Telecom Italia e Fs tengono il servizio e l`infrastruttura sotto la stessa proprietà, e che, esclusa Telecom, tutte queste società, in ultima analisi, dipendono dal Ministero dell`Economia e nessuno con la testa sulle spalle intende privatizzarle, data la condizione dei mercati e la normativa sui diritti di voto nelle società quotate italiane. Insomma, la Cdp può fare molto di più nel quadro asfittico del capitalismo italiano, che si è dimostrato incapace di sostituire degnamente l`Iri. Ma in questi giorni il meglio sarebbe nemico del bene. E in ogni caso i limiti strategici della Cdp dipendono dall`azionista. I vertici societari, lo ripetiamo, hanno fatto il dovere loro. Maneggiando con serietà una risorsa privata qual è il risparmio postale. Ebbene, la Cdp merita lo stesso rispetto che circonda la Banca d`Italia. La politica deve avere la forza di dare i grandi orientamenti e restare un passo indietro. La prima dimostrazione di questo rispetto è sottrarre la Cdp allo spoil system, che potrebbe colpire – non ce lo auguriamo, ma da analisti non possiamo escluderlo – altre società a controllo pubblico. Se poi, dopo un grande e trasparente dibattito, il nuovo governo vorrà rivoluzione la missione della Cdp, e dunque i suoi uomini, potrà sempre farne decadere il consiglio, dato che il ministero dell`Economia designa sei consiglieri su nove, e procedere come vorrà. Ma senza mai mescolare il risparmio postale ai cannoni o alle cartoline.

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