Al direttore – Grazie per le ironie dell`Andrea`s Version sul senatore Mucchetti: pungenti, indiscutibili. Brillante Lo Prete che gode infilzando le strumentalizzazioni de sinistra del modello Volkswagen. Ma se alzassimo lo sguardo dal cortile di casa? In fondo questo fa anche Riccardo Ruggeri, ex top manager Fiat, che collega la scoperta della truffa Volkswagen all`allergia delle lobby di Detroit contro il diesel, l`unico ‘bene’ soggetto negli Usa, il paese degli Ogm e delle auto super inquinanti, a limiti più stringenti di quelli europei? Il Corriere ci ha provato con Federico Fubini che riprende il paragone globale serpeggiante tra i benpensanti: Volkswagen come Lehman. Ma tiene un tal paragone alla prova dei fatti fin qui noti?
Certo, il dieselgate ferisce la reputazione della casa di Wolfsburg e del made in Germany in generale. Chiameremo Volkswagen a risponderne in Senato. Questa truffa indebolisce pure il culto dall`austerità celebrato dal governo tedesco che equipara il debito al peccato. E ci potremmo divertire a ipotizzare la manina di qualche socio della Volkswagen, irritato per lo strapotere di Martin Winterkorn, o addirittura la manona della Cia quali fonti, magari ìndìrette, degli inquirenti. Ma con la dietrologia non si va lontano. Meglio annotare come sia un azzardo paragonare la crisi del sistema finanziario occidentale – questo evoca il crac Lehman, non il fallimento di una singola banca – a quella che colpirà Volkswagen. Almeno al momento. A Wolfsburg e ancor più a Wall Street abbiamo avuto truffe. Prego ripassare le multe inflitte dai tribunali americani alle merchant bank. Ma fino a prova contraria, adesso stiamo parlando di un`azienda, per quanto enorme, non di tutta l`industria automobilistica, non ancora almeno, e di sicuro non delle attività manifatturiere nel loro complesso. Insomma, al di là del dato etico, peraltro non trascurabile, la gravità dei casi è diversa.
Mi pare poi ancora presto per dire che la Volkswagen dovrà essere salvata dallo Stato. La multa potrà arrivare a 18 miliardi di dollari. Se le sentenze confermeranno questa ipotesi, sarà una botta pesantissima. Alla quale si aggiungeranno le class action e la contrazione delle vendite e dei margini. Ma il gruppo tedesco ha spalle larghe: guadagna 10 miliardi di euro l`anno dopo le imposte su 200 di fatturato e ha 20 miliardi di liquidità al netto dei debiti. Per avere un`idea, Fca fa meno di un decimo di utile su vendite pari alla metà, con un debito finanziario netto di 11 miliardi. Se non fossi parlamentare, in questi giorni comprerei azioni Volkswagen…
Suggestivo è anche ricordare le porte gi- ll`uso delle vorte la diversa frequenza ne delle porte girevoli (regolare a Washington, assai meno a Berlino), conteranno qualcosa anche le politiche? I ministri banchieri americani hanno smontato il Glass Steagall Act per favorire gli affari dei loro sodali, Peter Hartz firmò la riforma del mercato del lavoro che l`Italia benpensante invidia e cerca di copiare con alterni risultati. Dunque, il regime della codecisione non produce solo i furbetti del softwarino o l`avidità stupida delle Landesbanken politicizzate, ma anche i grandi riformatori, mentre il democraticismo clintonian-blairiano non aveva capito, diciamo così, le sciocchezze che stava facendo a Wall Street e alla City, girevoli o chiuse che fossero le porte… Cari tifosi ciechi di Volkswagen e di Fca, meno zelo, meno schemi politicisti, please. Interessanti sono anche le reazioni. Winterkorn è stato costretto a lasciare il timone della corazzata tedesca nel giro di pochi giorni. Aveva appena vinto la battaglia per il potere con il principale azionista privato, Ferdinand Piech. E tuttavia va a casa. Che il land della Bassa Sassonia sia un socio Volkswagen meno corrivo di quel che si crede dalle nostre parti? Che la truffa del diesel fosse legata più ai bonus dei manager legati alla performance che alla codecisione tra azionisti e sindacati? In ogni caso, giusto per memoria, il primo (lama, l`Amor nostro – di noi riformisti senza collare – nominò ministro del Tesoro quel Tim Geithner che dirigeva la Fed di New York prima del crac Lehman, e non ci fece sognare… Insomma, i tedeschi l`hanno fatta grossa. La pagheranno. Starei attento, però, a non pagare anche noi, lasciando scivolare nel gorgo l`industria dell`auto, che in Italia sta trainando la ripresina, in base al solito sospetto: se l`hanno fatto loro, chissà che cosa avranno fatto gli altri costruttori… Starei infine attento alle ripercussioni che questo caso avrà sui negoziati per il trattato commerciale Usa-Ue che ambisce a costruire il mercato unico transatlantico. Poi, un po` dopo, tornerei a giocare a guardie e ladri con Marchionne e Landini.
Certo, il dieselgate ferisce la reputazione della casa di Wolfsburg e del made in Germany in generale. Chiameremo Volkswagen a risponderne in Senato. Questa truffa indebolisce pure il culto dall`austerità celebrato dal governo tedesco che equipara il debito al peccato. E ci potremmo divertire a ipotizzare la manina di qualche socio della Volkswagen, irritato per lo strapotere di Martin Winterkorn, o addirittura la manona della Cia quali fonti, magari ìndìrette, degli inquirenti. Ma con la dietrologia non si va lontano. Meglio annotare come sia un azzardo paragonare la crisi del sistema finanziario occidentale – questo evoca il crac Lehman, non il fallimento di una singola banca – a quella che colpirà Volkswagen. Almeno al momento. A Wolfsburg e ancor più a Wall Street abbiamo avuto truffe. Prego ripassare le multe inflitte dai tribunali americani alle merchant bank. Ma fino a prova contraria, adesso stiamo parlando di un`azienda, per quanto enorme, non di tutta l`industria automobilistica, non ancora almeno, e di sicuro non delle attività manifatturiere nel loro complesso. Insomma, al di là del dato etico, peraltro non trascurabile, la gravità dei casi è diversa.
Mi pare poi ancora presto per dire che la Volkswagen dovrà essere salvata dallo Stato. La multa potrà arrivare a 18 miliardi di dollari. Se le sentenze confermeranno questa ipotesi, sarà una botta pesantissima. Alla quale si aggiungeranno le class action e la contrazione delle vendite e dei margini. Ma il gruppo tedesco ha spalle larghe: guadagna 10 miliardi di euro l`anno dopo le imposte su 200 di fatturato e ha 20 miliardi di liquidità al netto dei debiti. Per avere un`idea, Fca fa meno di un decimo di utile su vendite pari alla metà, con un debito finanziario netto di 11 miliardi. Se non fossi parlamentare, in questi giorni comprerei azioni Volkswagen…
Suggestivo è anche ricordare le porte gi- ll`uso delle vorte la diversa frequenza ne delle porte girevoli (regolare a Washington, assai meno a Berlino), conteranno qualcosa anche le politiche? I ministri banchieri americani hanno smontato il Glass Steagall Act per favorire gli affari dei loro sodali, Peter Hartz firmò la riforma del mercato del lavoro che l`Italia benpensante invidia e cerca di copiare con alterni risultati. Dunque, il regime della codecisione non produce solo i furbetti del softwarino o l`avidità stupida delle Landesbanken politicizzate, ma anche i grandi riformatori, mentre il democraticismo clintonian-blairiano non aveva capito, diciamo così, le sciocchezze che stava facendo a Wall Street e alla City, girevoli o chiuse che fossero le porte… Cari tifosi ciechi di Volkswagen e di Fca, meno zelo, meno schemi politicisti, please. Interessanti sono anche le reazioni. Winterkorn è stato costretto a lasciare il timone della corazzata tedesca nel giro di pochi giorni. Aveva appena vinto la battaglia per il potere con il principale azionista privato, Ferdinand Piech. E tuttavia va a casa. Che il land della Bassa Sassonia sia un socio Volkswagen meno corrivo di quel che si crede dalle nostre parti? Che la truffa del diesel fosse legata più ai bonus dei manager legati alla performance che alla codecisione tra azionisti e sindacati? In ogni caso, giusto per memoria, il primo (lama, l`Amor nostro – di noi riformisti senza collare – nominò ministro del Tesoro quel Tim Geithner che dirigeva la Fed di New York prima del crac Lehman, e non ci fece sognare… Insomma, i tedeschi l`hanno fatta grossa. La pagheranno. Starei attento, però, a non pagare anche noi, lasciando scivolare nel gorgo l`industria dell`auto, che in Italia sta trainando la ripresina, in base al solito sospetto: se l`hanno fatto loro, chissà che cosa avranno fatto gli altri costruttori… Starei infine attento alle ripercussioni che questo caso avrà sui negoziati per il trattato commerciale Usa-Ue che ambisce a costruire il mercato unico transatlantico. Poi, un po` dopo, tornerei a giocare a guardie e ladri con Marchionne e Landini.