‘L’acquisizione di una posizione assai rilevante in Camfin, e dunque in Pirelli, da parte di Rosneft suscita interesse sul piano finanziario, curiosità sul piano industriale e un interrogativo sul piano della politica estera’. Lo dichiara Massimo Mucchetti, Presidente della Commissione Industria del Senato. ‘Sul piano finanziario – sostiene Mucchetti – Camfin sarà ora controllata a mezzadria dal colosso statale russo e da una holding privata italiana che fa capo a Marco Tronchetti Provera, con l’appoggio di Intesa San Paolo e Unicredit, banche che hanno importanti filiali nella Federazione Russa e contano Rosneft tra i propri clienti. La governance, a quel che si sa, rimarrà in capo a Tronchetti Provera per cinque anni. Escono di scena, guadagnando, il fondo di private equity Clessidra e, in parte, le due banche. Decadono, quindi, gli accordi tra lo stesso fondo Clessidra e Tronchetti Provera, che avrebbero dovuto portare alla vendita della partecipazione che esercita il controllo di fatto in Pirelli. Questo accordo con Rosneft può aumentare il grado di internazionalizzazione della Pirelli, senza necessariamente far venire meno la partecipazione italiana al controllo e al governo del gruppo’. ‘Sul piano industriale – continua Mucchetti – attendiamo informazioni più approfondite su eventuali progetti comuni tra la multinazionale della Bicocca e quella ex sovietica, che è attiva anche nella filiera dei pneumatici’. ‘Sul piano della politica estera – conclude Mucchetti – colpisce come questa intesa, che può essere rilevante per i contenuti tecnologici, ancor più che per il suo attuale valore monetario, venga annunciata proprio negli stessi giorni nei quali l’Unione Europea sta per decidere sanzioni economiche contro il Cremlino. Capisco che Tronchetti Provera e le due banche italiane abbiano iniziato le trattative con Rosneft prima del precipitare della crisi in Ucraina, e tuttavia, questo annuncio avrebbe forse potuto aspettare qualche settimana. Rosneft è una società controllata dal Governo russo, non vorremmo che, quando Tronchetti Provera deciderà il ritiro, la Pirelli fosse di fatto nazionalizzata da uno Stato straniero di dubbia democrazia. Mi domando se il Governo italiano sia stato informato di questa operazione, che peraltro può avere sviluppi industriali assai più interessanti di quelli connessi a un’altra operazione con il Cremlino che ha avuto un’accelerazione in questi giorni: mi riferisco al South Stream. Auspico chiarezza e concretezza da parte del Governo e cioè la capacità di leggere i singoli affari sulla base della chiarezza e del realismo che ho trovato in taluni interventi di Sergio Romano, ambasciatore a Mosca negli anni di Gorbaciov, più che nell’interventismo d’occasione dell’ambasciatore inglese a Roma, Christopher Prentice, che fa la voce grossa, mentre la City continua ad ospitare gli oligarchi di tutte le Russie’.

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