Dopo il pressing da parte del governo perché le banche vadano incontro alle famiglie in difficoltà col pagamento delle rate, ribadito di recente all’assemblea annuale dell’Abi dal ministro Giorgetti, il Pd coglie la palla al balzo con la proposta di un disegno di legge che permetta di passare dalle parole ai fatti. Anzi, presentando l’iniziativa il presidente del gruppo Pd a Palazzo Madama, Francesco Boccia (che ha presentato la proposta con Antonio Nicita, Antonio Misiani, Beatrice Lorenzin), punta proprio il dito contro “la totale assenza del governo, che è impegnato nella propria propaganda e che è ogni giorno di più incapace di rispondere ai problemi reali che il Paese ha”.

L’iniziativa del Pd prende le mosse da un numero che chiarisce le difficoltà entro le quali si muovono le famiglie: le rate non pagate dalle famiglie italiane sono cresciute alla soglia di 14,9 miliardi di euro, di cui 6,8 miliardi riguardano mutui secondo la ricognizione della Fabi. Proprio i costi di finanziamento per comprare una casa sono arrivati, secondo l’ultima rilevazione della Banca d’Italia, al 4,58% nel mese di maggio. I dem portano anche una simulazione: per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni, si ha oggi una rata mensile di 1.134 euro, ben 469 euro in più (+70,5%) rispetto a quella di un anno fa, quando era pari a 665 euro. Su base annua, l’incremento complessivo può superare pertanto, in tal caso, l’ammontare di 5.600 euro.

Siccome le prospettive sono ancora per strette della Bce, l’iniziativa di legge si propone tre obiettivi principali.

In primo luogo, ci sono due misure finalizzate a “sterilizzare” l’aumento in atto delle rate dei mutui ipotecari. La prima – sintetizzano i Dem – prevede il rafforzamento delle disposizioni già vigenti sulla rinegoziazione del mutuo ipotecario, ampliando la platea dei soggetti che possono beneficiarne (mutui fino a 400 mila euro e Isee fino a 40 mila euro in luogo degli attuali tetti di 200 mila euro di mutuo e di 35 mila euro), prevedendo inoltre la possibilità di allungare il piano di rimborso fino a 6 anni, senza oneri da applicare alla rinegoziazione e garantendo al mutuatario l’equivalenza finanziaria. La seconda parte potenzia il Fondo Gasparrini che consente la sospensione delle rate, anche in questo caso ampliando la platea dei possibili beneficiari a coloro che abbiano subito un incremento delle rate mensili del piano di rimborso e si trovino in una situazione di difficoltà che limita o impedisce, con il reddito a disposizione, la capacità di rimborso del mutuo.

La seconda gamba prevede di aiutare i mutuatari maggiormente colpiti dall’incremento dell’importo delle rate mensili del mutuo ipotecario a partire dal luglio 2022, attraverso un credito d’imposta con 200 milioni di dotazione. Una agevolazione da applicare sull’eccedenza dell’onere sostenuto in relazione alle rate mensili del piano di rimborso del mutuo, limitatamente al periodo intercorrente tra il 1° luglio 2022 e la data di rinegoziazione o di sospensione del mutuo.

Infine, guardando al futuro, si prevede l’incremento delle risorse a disposizione del Fondo di garanzia per la prima casa e l’ampliamento dei soggetti che possono farvi ricorso anche ai soggetti di età fino a 40 anni. E si rafforzano le agevolazioni fiscali già previste ampliando la platea dei beneficiari ai giovani fino a 40 anni di età, ai nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, ai conduttori di alloggi di proprietà degli Istituti autonomi per le case popolari, comunque denominati, purché con Isee fino a 40 mila euro. Il Ddl non dimentica le imprese, con mezzo miliardo di dotazione per un apposito Fondo a supporto di chi è andato in difficoltà per l’aumento delle rate di mutui e prestiti.


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