di Massimo Caleo

fuochi
Il Senato ha approvato definitivamente un decreto con cui il governo mostra di voler affrontare e aggredire problemi che da tempo, troppo tempo erano stati lasciati marcire senza soluzione e sui quali la classe dirigente politica non ha brillato per adeguatezza: i roghi della Terra dei Fuochi e la vicenda dell’Ilva di Taranto.
E’ un provvedimento importante, di cui ringraziamo il ministro Orlando, perché segna un punto di svolta. Un intervento che parte dalla necessità di risolvere un’emergenza ambientale, ma in entrambi i casi, Terra dei fuochi e Ilva, delinea anche un percorso, basato sulla tutela dell’ambiente, sulla difesa della salute e del lavoro e sul ripristino della legalità per il rilancio produttivo dei territori.
In particolare, l’articolo 1 del decreto prevede, in Campania, il monitoraggio dei terreni agricoli e delle falde acquifere, al fine di verificare l’eventuale presenza di contaminante causata dallo sversamento e dalla combustione dei rifiuti. La mappatura dovrà distinguere i terreni dell’agricoltura ‘food’ da quelli destinati ad altre colture.
Con gli articoli 2 e 2 bis si stabilisce lo screening sanitario gratuito della popolazione nei comuni delle Province di Napoli e di Caserta e si individuano nel Prefetto della Provincia Napoli il coordinamento del contrasto delle infiltrazioni mafiose nelle opere di monitoraggio e bonifica dei siti.
Nel complesso, tra stanziamento di fondi statali, utilizzo di risorse provenienti dalla confisca dei beni alle organizzazioni criminali della Campania e recupero dei fondi regionali, si mobilitano circa 500 milioni di euro per bonifiche dei siti inquinati.
L’art. 3 introduce nell’ordinamento la specifica figura del reato di combustione illecita di rifiuti. Chi appicca il fuoco a rifiuti abbandonati o depositati in aree non autorizzate viene punito con la reclusione da 2 a 5 anni, pene che aumentano nel caso in cui i delitti siano commessi da un’impresa o nell’ambito di un’attività organizzata.
I Prefetti campani potranno avvalersi fino a un massimo di 850 unità del personale militare delle forze armate. Le norme che riguardano l’Ilva rafforzano il ruolo e i poteri del commissario straordinario per l’attuazione del piano ambientale, prevedono un’ulteriore indagine sui siti inquinati e uno screening sanitario della popolazione pugliese residente a Taranto e nei dintorni.