di Luigi Zanda

Questa settimana si è verificato un fatto nuovo. Si è formata una maggioranza politica nuova a sostegno di Letta indipendentemente da tutte le operazioni tattiche e furbette messe in atto da Berlusconi. Ora il governo Letta potrà continuare a lavorare per rimettere in piedi il Paese. L’Italia ha bisogno di un sistema politico che contribuisca, a viso aperto, in Parlamento, alla sua ricostruzione morale, istituzionale e materiale.

Il Parlamento aveva un dovere prioritario. Doveva impedire che vicende di un senatore, totalmente estranee alla vita del governo, potessero interrompere il difficile e delicato processo di risanamento che, prima con Mario Monti e adesso con Enrico Letta, è iniziato il 5 agosto 2011, con la lettera con la quale la Ue Europea e la Bce imponevano all’Italia condizioni molto dure, pena l’emarginazione internazionale e una drammatica penalizzazione della nostra economia.

Ora all’Italia serve un governo che duri a lungo e che abbia la vista lunga, che non pratichi il bluff, creda in un’Europa democratica, più unita, più solidale. Ecco perché prudenza politica, responsabilità istituzionale e persino un’ordinaria ragionevolezza chiedono di lasciar lavorare il governo Letta.

Come nelle battaglie non si deve disertare, come nelle grandi catastrofi naturali non si possono lasciare a metà i soccorsi, così anche nel mezzo della più lunga, profonda e devastante crisi economica, sociale e istituzionale, finché il pericolo rimane alto, il risanamento non può e non deve interrompersi per non dilapidare i primi benefici e buttare via il sacrificio di tanti.