“C’è davvero poco da dire su ciò che si prova a vedere tutte quelle bare, e tutte quelle piccole bare bianche, messe in fila in un palazzetto dello sport. Un luogo che dovrebbe esaltare il movimento, la libertà e la vita. E mancano ancora parecchi corpi all’appello. Restiamo, letteralmente, senza parole. Con Elly, Enza, Matteo, Nicola, Francesco, Nico. Al CARA di Crotone ci sono i sopravvissuti. Abbiamo trovato a forza di parlare con alcuni di loro. Di ascoltarli”. Lo scrive in un post su Facebook il senatore dem Antonio Nicita dopo la visita a Cutro insieme ad altri parlamentari Pd.
“Mohammed ha cinquant’anni sta in fila ad aspettare di parlare, con l’aiuto del mediatore, con noi – aggiunge – Quando arriva il suo turno scoppia a piangere. Ci racconta che viene dall’Afghanistan. Ha perso la moglie, due figlie e un figlio, mentre un altro figlio sta con lui. Sono morti, ci dice, a poche centinaia di metri dalla riva, dopo un lungo viaggio. “Perché non ci avete salvati? Perché non avete evitato queste morti?”. Non sappiamo cosa rispondere, vorremmo solo chiedere scusa. Poi arriva la richiesta: chiede che si possa trovare il corpo del figlio di 5 anni, ancor disperso. Per seppelire tutti e poter andare via in Germania”.
“Mustafa ha 13 anni, tutta la sua famiglia, cinque persone, è morta – prosegue – Ha uno zio, da parte di madre, che è venuto dalla Germania a prenderlo. Ci vorrà del tempo. Non piange, ma non ci guarda. Mustar ha 14 anni. Nel naufragio sono morti padre, madre, due sorelle. Lui è sopravvissuto con due fratelli. Non sanno come mettersi in contatto con i parenti in Germania, per ripartire. Dai racconti emerge una nave di nuclei familiari, per gran parte. Tutti spezzati, da questa tragedia”.
“I volontari della Croce Rossa raccontano del grande supporto psicologico che hanno dovuto dare e che hanno condiviso con i volontari MSF e Save the Children – sottolinea – Alcuni volontari della Croce Rossa ci mostrano le foto dei corpi sulla sabbia, così come li hanno trovati. Ci raccontano della grande solidarietà tra gli 81 sopravvissuti. Tra le 5 donne vi è una giovane sposa che ha perso il marito e che viene continuamente consolata e accudita dalle altre 4. Stessa cosa tra gli uomini in prevalenza afgani e pakistani, qualche siriano. Tutte persone meritevoli di protezione internazionale”.
“Mentre lasciamo il CARA di Crotone, giunge la notizia del ritrovamento di altri due corpi presumibilmente di pakistani, circa 25 e 30 anni – conclude Nicita – Cresce la convinzione che si poteva evitare, o almeno tentare di evitare. La gestione di queste ore dei fatti è anch’essa confusa. Le dimissioni appaiono inevitabili, ma sarà la magistratura a chiarire le responsabilità di una strage. Si chiariscano e valutino fino in fondo le responsabilità. Ma una cosa, intanto, possiamo dirla di fronte a queste morti: ci vergogniamo delle parole del Ministro”.


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