“Oggi parte la complessa, lunga e per
nulla scontata procedura degli espropri su un’ampia porzione dei
territori che dovrebbero ospitare l’asserito progetto del Ponte
di Messina. L’unica certezza per i cittadini è quella più facile
d’avviare. Ma ciò avviene in quadro di assoluta incertezza circa
il finanziamento dell’intera opera, la valutazione d’impatto
ambientale, le caratteristiche tecniche dell’opera stessa, la
soluzione delle tante criticità, la compatibilità ambientale e
socio-economica. Peggio di un’opera inutile e dannosa c’è
un’opera inutile, dannosa e incompleta. Già immaginiamo i nostri
nipoti guardare piloni incompleti di centinaia di metri
stagliarsi sul mare su un territorio devastato in memoria di un
ponte che non si farà mai. Prima degli espropri servono risposte
certe, tecniche e finanziarie, sull’opera che sarà un deserto
sulle cattedrali”. Così Antonio Nicita, vicepresidente del
gruppo dei senatori Pd.


Ne Parlano