“Sulla vicenda giudiziaria legata alla nomina del direttore del Teatro Regio di Parma non mi sono espresso al momento dei fatti e non mi sarei espresso neanche oggi, se il sindaco Pizzarotti non mi avesse “degnato” di attenzione. Ho sempre sostenuto, infatti, che la vicenda, sotto il profilo politico-amministrativo, era gravissima, e che tale giudizio non era scalfito né scalfibile dalla questione penale. ‘Tirato per i capelli’, sono costretto a fare una breve riflessione”. Lo scrive in una nota il senatore del Pd Giorgio Pagliari.
“Capisco l’entusiasmo del sindaco per la chiusura dell’indagine a suo carico. Credo che, in nome della trasparenza che tanto affascina e travaglia il M5S – continua – il sindaco potrebbe utilmente pubblicare il provvedimento di archiviazione. Dissiperebbe così il dubbio che non si sia trattato di una assoluzione piena, ma che gli aspetti fondanti le mie critiche siano stati sostanzialmente confermati dal provvedimento di archiviazione. Da quello che leggo sui media, infatti, per deformazione professionale deduco che sia possibile che il Gip abbia riconosciuto sia l’irregolarità della nomina dei vertici del Regio – per aver messo da parte le risultanze della selezione pubblica e aver scelto direttamente la attuale direttrice, non ricompresa nella rosa – sia la sussistenza ‘dell’ingiusto vantaggio patrimoniale’ (art. 323 c.p.) procurato, escludendo la responsabilità penale solo per la mancanza del dolo. Se così fosse – conclude Pagliari – verrebbe confermato anche dal Giudice il pasticciaccio del Teatro Regio e la responsabilità etica e politica resterebbe intatta”.


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