‘Il tempo del processo deve essere la regola da cui si declina tutta la riforma del processo stesso. La brevità è elemento che deve diventare obbligo corredato da responsabilità disciplinare per i magistrati nel momento in cui non venga rispettato. Credo che di fronte alla crisi della giustizia non ci sia nessuno che possa dire di non avere responsabilità. Non lo possono dire gli operatori amministrativi, non lo possono dire gli avvocati, non lo possono dire i magistrati. E allora è la strada di una riforma radicale, decisa ed equilibrata, quella di cui c’è bisogno’. Lo afferma il senatore del Pd Giorgio Pagliari, intervenendo nell’Aula del Senato.
‘Solo con questa premessa ci può essere poi il ricorso agli arbitrati, alla negoziazione assistita o ad altre forme che decentrino l’esercizio della funzione. Senza questa base, però – continua Pagliari – credo che queste forme alternative non siano del tutto coerenti con la Costituzione, ma che, anziché affrontare e risolvere il problema, in qualche misura lo lascino esattamente com’è. Credo, infine, che il tema dell’arretrato civile sia assolutamente rilevante. Non possiamo far ripartire la macchina della giustizia civile se non eliminiamo i 5,4 milioni processi pendenti. Mi auguro – conclude il senatore del Pd – che in altri provvedimenti successivi sia prevista una misura che aggredisca davvero questo problema, perché la semplice ipotesi del ricorso all’arbitrato non è, a mio modo di vedere, quanto meno sufficiente’.

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