‘Il ddl delega sulla Pubblica amministrazione che approda in Aula è una riforma di alto profilo, fatta per avvicinare i cittadini alla Pa e per rendere le amministrazioni pubbliche più moderne ed efficienti. Sono molto soddisfatto del lavoro svolto in Commissione Affari costituzionali, dove c’è stato un confronto serrato con tutte le forze politiche disponibili e con la ministro Madia, apertissima al dialogo’. Lo dice il senatore del Pd Giorgio Pagliari, relatore al provvedimento.
‘Un esempio di questo lavoro – spiega Pagliari – è la sintesi raggiunta sui segretari comunali, contenuta in una proposta da me formulata in costante contatto col governo e col ministro Madia, sulla base dell’analisi attenta di tutti gli emendamenti presentati e dopo uno scambio informale con le forze politiche in Commissione. E’ una misura equilibrata che è funzionale alla piena attuazione della riforma della dirigenza pubblica e che mantiene la funzione di controllo della legalità nelle amministrazioni locali, storica prerogativa dei segretari comunali ed esigenza attualissima’.
‘I punti salienti della riforma – continua ancora Giorgio Pagliari – sono l’articolo 1 sulla cittadinanza digitale, che pone le premesse per un diverso rapporto tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni e abbatte le barriere fisiche dell’accesso alla Pa, le norme sulle conferenze dei servizi e sul silenzio assenso che riguardano l’accelerazione dell’azione amministrativa perché danno tempi più certi, le norme sulla dirigenza e sull’impiego pubblico che ridefiniscono un profilo fondamentale per l’immagine stessa della Pa. Importante inoltre la previsione di una disciplina generale delle attività non assoggettate ad autorizzazione preventiva, che fa chiarezza su tutte le attività che possono iniziare con una semplice comunicazione dei privati e delle imprese all’amministrazione. Infine – conclude Pagliari – le norme sui servizi pubblici locali e sulle società partecipate in cui è evidente la forte volontà di cambiamento e di contrasto alla corruzione in un ambito in cui il malaffare si è profondamente radicato’.
‘Un esempio di questo lavoro – spiega Pagliari – è la sintesi raggiunta sui segretari comunali, contenuta in una proposta da me formulata in costante contatto col governo e col ministro Madia, sulla base dell’analisi attenta di tutti gli emendamenti presentati e dopo uno scambio informale con le forze politiche in Commissione. E’ una misura equilibrata che è funzionale alla piena attuazione della riforma della dirigenza pubblica e che mantiene la funzione di controllo della legalità nelle amministrazioni locali, storica prerogativa dei segretari comunali ed esigenza attualissima’.
‘I punti salienti della riforma – continua ancora Giorgio Pagliari – sono l’articolo 1 sulla cittadinanza digitale, che pone le premesse per un diverso rapporto tra i cittadini e le pubbliche amministrazioni e abbatte le barriere fisiche dell’accesso alla Pa, le norme sulle conferenze dei servizi e sul silenzio assenso che riguardano l’accelerazione dell’azione amministrativa perché danno tempi più certi, le norme sulla dirigenza e sull’impiego pubblico che ridefiniscono un profilo fondamentale per l’immagine stessa della Pa. Importante inoltre la previsione di una disciplina generale delle attività non assoggettate ad autorizzazione preventiva, che fa chiarezza su tutte le attività che possono iniziare con una semplice comunicazione dei privati e delle imprese all’amministrazione. Infine – conclude Pagliari – le norme sui servizi pubblici locali e sulle società partecipate in cui è evidente la forte volontà di cambiamento e di contrasto alla corruzione in un ambito in cui il malaffare si è profondamente radicato’.