‘Il mio voto sarà contrario alla proposta di convalida dell’elezione del senatore Berlusconi, ritenendo che la stessa vada contestata in applicazione della legge Severino e alla luce della sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato il senatore Berlusconi per frode fiscale’. Cosi il senatore Pd Giorgio Pagliari, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, nel corso della sua relazione.

‘Le ragioni poste a fondamento di questa posizione – ha spiegato – sono innanzitutto la questione dell’incandidabilità, che non e’ una sanzione, ma e’ una causa di indegnità rispetto alla funzione di parlamentare. Infondata è poi la questione sollevata sulla retroattività, che non si configura visto che la legge indica chiaramente nell’emanazione della sentenza il presupposto dell’applicabilità della misura stessa. Inoltre, la sentenza della Cassazione, che comporta l’applicazione della incandidabilità del senatore Berlusconi, e’ stata emanata successivamente all’entrata in vigore della legge, avvenuta anteriormente alla indizione delle elezioni politiche di febbraio 2013′.

‘Inoltre – ha aggiunto Pagliari -, la Giunta delle elezioni non e’ giudice e non può quindi ne’ ricorrere alla Corte Costituzionale ne’ operare il rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia’.
Il senatore Pagliari ha concluso richiamando gli articoli 2 e 3 della Costituzione per sottolineare, da un lato, ‘l’uguaglianza di tutti davanti alla legge, che non può subire eccezioni’, e, dall’altro, ‘l’imprescindibile riferimento allo stato di diritto e al principio di legalità contro la pretesa che una sentenza irrevocabile di condanna per frode fiscale, emanata dalla Corte di Cassazione, non possa produrre, non solo i suoi effetti diretti, ma anche quelli conseguenti e mediati, quale è l’incandidabilità della legge Severino’.


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