“Il meccanismo permanente di adeguamento dei requisiti pensionistici è stato introdotto dal governo Berlusconi e poi l’età pensionabile è stata innalzata dall’Esecutivo Monti, quale misura stabile di contenimento della spesa pubblica. Da allora, gli unici Governi che hanno sganciato i requisiti pensionistici dagli automatismi dell’aspettativa di vita sono stati i quelli di Renzi e Gentiloni, con l’Ape sociale e con la legge di bilancio dello scorso anno, intervenendo su alcune categorie di lavoratori e lavoratrici che svolgono attività ‘usuranti’ e sui disoccupati senza più assegno. La strada immediata, concreta e praticabile, da percorrere ora per evitare gli automatismi che innalzano in modo inaccettabile l’età pensionabile, specie per le donne, può essere l’estensione ulteriore dell’Ape sociale, alla quale stiamo già lavorando con il decreto fiscale”. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro.

 


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