IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MATTEO RENZI HA LANCIATO IN QUESTI GIORNI UNA GRANDE SFIDA PER L`ITALIA, QUELLA DI AVERE LA CAPACITÀ DI UTILIZZARE I SOLDI CHE ARRIVANO DALL`EUROPA. Il nostro paese non sta spendendo o spende male i denari europei. É una situazione che «grida vendetta» e Renzi promette che ogni trimestre il Governo farà il punto di avanzamento sull`utilizzo dei fondi Ue.
Affermazioni ed impegni giusti in generale, ma lo sono ancor di più in campagna elettorale per le elezioni europee, perché testimoniano il profilo che il nostro Governo intende dare al recupero di dignità e credibilità rispetto all`Europa.
E naturalmente lo «scandalo» italiano dei soldi non spesi non solo serve ad individuare uno dei nodi di arretratezza del sistema, che riguarda sia la politica che l`amministrazione, ma anche a mettersi in cammino per risolvere i problemi che oggi ci affliggono.
Prendiamo l`esempio delle politiche del lavoro. È noto che gran parte delle Regioni utilizza mediamente meno di due terzi delle risorse del FSE assegnate, ed in alcuni casi le percentuali sono molto piu? basse. Al 31 dicembre 2013 la spesa certificata ammontava mediamente al 61%, un valore basso per essere registrato al settimo anno di attivita? dei fondi. Il Campania e? pari al 50,6%, in Calabria e Puglia e? al 54%. In Lombardia e? il 60%. Il tasso di disoccupazione di lunga durata, che rappresenta uno degli indicatori chiave sull`uso del FSE, non solo non si riduce, ma passa dal 44% de11995 al 53% del 2012. In moltissime regioni del Sud la crescita e? ancora piu? consistente.
I dati evidenziano che, soprattutto in tema di politiche attive del lavoro, non si spendono circa il 40 per cento di risorse disponibili, ma anche che quelle utilizzate non incidono sulla soluzione delle problematiche, in questo caso sulla riduzione della disoccupazione.
È sorprendente che di questo non si parli come si dovrebbe e che, in tema di lavoro, ci si attardi a ragionare per esempio, come è stato fatto nelle ultime settimane in occasione del decreto approvato in Parlamento, del numero delle proroghe per i contratti a termine e ci si soffermi molto poco sul come si adoperano risorse pubbliche per aumentare il numero delle occupate e degli occupati in Italia. Esiste un`evidente sproporzione di consapevolezza delle priorità delle questioni sia nelle classi dirigenti sia nell`opinione pubblica.
È ora invece di cogliere il cuore delle cose da fare e non rischiare di farsi offuscare da blocchi ideologici in tema di Lavoro o di frenare lo sviluppo a causa di incompetenza delle amministrazioni e di incapacità di guida della politica. È altrettanto importante che anche le parti sociali agiscano una responsabilità vera per risolvere una situazione di stasi tutta italiana. Ed infine è giusto che le cittadine e i cittadini si possano indignare non solo per casi di corruzione di alcuni politici, ma anche per l`inettitudine a non spendere risorse per il bene comune.
Se un governo, dopo tanti anni di miopia, si impegna ad usare tutti i denari europei per risolvere i problemi che abbiamo, a partire dalla disoccupazione, merita la fiducia e l`impegno di tutti. Ognuno per la parte che può svolgere, compresa quella della pretesa di trasparenza e controllo.