‘L’Ufficio di Presidenza del Senato dovrà valutare misure idonee al riconoscimento della figura del collaboratore parlamentare, per allineare ruolo, contratto e contribuzione alle esperienze maturate in altri parlamenti europei. Vigileremo perché questo impegno, assunto oggi dall’Aula con un ordine del giorno dei capigruppo che ha in parte recepito alcune proposte tra cui la mia, venga effettivamente rispettato ‘. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro.
‘Nel mio ordine del giorno – spiega Annamaria Parente – sottolineavo come, a differenza di quanto avviene in molti altri parlamenti d’Europa, in Italia la figura del collaboratore parlamentare non sia prevista e come il rapporto di lavoro sia lasciato alla contrattazione tra le parti, con il ricorso ai contratti atipici nonostante la subordinazione e senza nessuna relazione tra incarico, orario e retribuzione. E’ per questo che è necessario intervenire, prevedendo la certificazione delle competenze, una disciplina specifica e creando una voce di bilancio vincolata e riservata esclusivamente ai parlamentari che intendono avvalersi di collaboratori. L’impegno assunto oggi nell’ordine del giorno generale – conclude Parente – fan ben sperare che si arrivi al più presto ad un inquadramento dei collaboratori parlamentari nell’ambito del Jobs Act’.

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