‘Politiche attive vanno finanziate se no Jobs Act non regge’.
‘Abbiamo accolto la richiesta del governo di ritirare gli emendamenti presentati come Pd in Commissione Lavoro agli articoli 18 e 19 della legge di stabilità, con le proposte per estendere le misure per gli esodati e per una parziale estensione dell’opzione donna. In particolare, l’Esecutivo ha precisato che queste due questioni saranno trattate nel corso dell’esame della stabilità alla Camera, dove ci aspettiamo che le richieste del Pd vengano accolte e per questo abbiamo presentato ordini del giorno. Per la flessibilità in uscita sarà invece necessario un provvedimento specifico successivo, al quale non mancheremo di dare il nostro contributo anche attraverso la proposta del assegno previdenziale anticipato (Apa)’. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro.
‘Per quanto riguarda le politiche attive – prosegue Annamaria Parente – il nostro emendamento teso a rifinanziare, anche se solo in modo marginale, le politiche attive per il lavoro è stato per ora accantonato. Tuttavia questo è un tema delicato, che andrà affrontato, dal momento che dal finanziamento ordinario delle politiche attive, ovvero dei servizi per l’impiego e della formazione durante tutto l’arco della vita, dipende l’attuazione del secondo pilastro del Jobs Act, senza il quale la riforma non regge. Resta aperto anche il capitolo della proroga degli ammortizzatori sociali per chi ha contratti di collaborazione coordinata e continuativa (Dis-coll), che ad oggi scade il 31 dicembre e che noi avevamo proposto di prolungare’.

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