‘Credo che alla luce dei dati diffusi oggi dall’Istat sull’entità degli assegni pensionistici e sulla loro distribuzione e di quelli dei giorni scorsi dell’Ocse sulle pensioni future dei giovani, sia necessario aprire una fase di riflessione per capire quali strumenti e interventi potere attuare per evitare che al termine della vita produttiva il destino di troppe persone sia la povertà. Sotto questo profilo il Jobs Act è già una risposta importante, perché restituisce centralità al contratto a tempo indeterminato anche per i giovani. Ora si aprono le sfide delle politiche attive, di una maggiore equità e anche di un patto vero tra generazioni’. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro.
‘In tema di pensioni – prosegue Annamaria Parente – le questioni sul piatto sono annose e complesse. Accanto al tema del livello delle prestazioni per i pensionati di oggi, con una percentuale troppo elevata di persone che percepiscono assegni bassi, tra cui le donne, esiste il tema delle future pensioni dei giovani, che entrano più tardi nel mondo del lavoro, hanno carriere ‘interrotte’ e retribuzioni ridotte. Continuare a lavorare il più possibile e in modo continuativo, anche cambiando impiego, rimane un nodo centrale e a questo servono le politiche attive, per le quali è necessario un impegno sostenuto. Le ricongiunzioni troppo onerose sono un’altra questione. E poi dobbiamo porci l’obiettivo di una maggiore equità, anche rilanciando un patto tra generazioni’.

Ne Parlano