‘L’esigenza di regolamentare la figura del collaboratore parlamentare appare ormai improcrastinabile, e ciò ancor più alla luce della recente volontà legislativa di disciplinare il lobbying in Parlamento”.È quanto dichiara in una nota AICP, l’Associazione Italiana dei Collaboratori Parlamentari che da tempo si batte per valorizzare la figura del collaboratore parlamentare e chiedere una specifica normativa che ne tuteli la professionalità.
“Per questa ragione – aggiunge il Consiglio Direttivo di AICP – siamo lieti di apprendere che sono stati presentati due emendamenti e due ordini del giorno, a prima firma della Senatrice Anna Maria Parente, capogruppo PD in Commissione Lavoro, al testo base di disciplina della attività di rappresentanza degli interessi presso i decisori pubblici’.
‘Nel dettaglio, al fine di scongiurare conflitti di interesse nell’attività di rappresentanza, il ddl prevede l’incompatibilità tra l’attività di lobbying con quella di giornalista, decisore pubblico, amministratore e direttore all’interno di società a partecipazione pubblica totale o di controllo; certamente lo stesso deve valere anche nel caso dei collaboratori parlamentari, i ‘fusibili’del sistema parlamentare secondo il recente rapporto IRPA. In caso di approvazione della proposta, quindi, la figura del collaboratore parlamentare potrebbe vantare per la prima volta un riconoscimento nell’ordinamento giuridico nazionale.
“Per questa ragione – aggiunge il Consiglio Direttivo di AICP – siamo lieti di apprendere che sono stati presentati due emendamenti e due ordini del giorno, a prima firma della Senatrice Anna Maria Parente, capogruppo PD in Commissione Lavoro, al testo base di disciplina della attività di rappresentanza degli interessi presso i decisori pubblici’.
‘Nel dettaglio, al fine di scongiurare conflitti di interesse nell’attività di rappresentanza, il ddl prevede l’incompatibilità tra l’attività di lobbying con quella di giornalista, decisore pubblico, amministratore e direttore all’interno di società a partecipazione pubblica totale o di controllo; certamente lo stesso deve valere anche nel caso dei collaboratori parlamentari, i ‘fusibili’del sistema parlamentare secondo il recente rapporto IRPA. In caso di approvazione della proposta, quindi, la figura del collaboratore parlamentare potrebbe vantare per la prima volta un riconoscimento nell’ordinamento giuridico nazionale.
Gli emendamenti, sottoscritti da esponenti di diversi gruppi parlamentari, nonché da alcuni membri del Consiglio di Presidenza del Senato – conclude AICP – potrebbero riaprire un’auspicata discussione politica sul tema, partendo dal contenuto della proposta di legge approvata nella scorsa legislatura alla Camera e mai discussa a Palazzo Madama’.