Passare e ricevere il testimone sono due gesti importanti per arrivare al traguardo. Ho avuto l’onore di partecipare più volte al passaggio di consegne da parte di donne eccezionali.
Qualche anno fa Tina Anselmi mi consegnò una busta chiusa dicendomi che al suo interno erano custodite le sue parole (infinitamente preziose per me) per continuare le battaglie di emancipazione femminile.
Parlava spesso del 1946, quando girava per le campagne venete per convincere le donne a votare. A dispetto di chi sosteneva che la loro inclusione al voto sarebbe stata una iattura, Tina mi raccontava che era “facile” per lei e le sue amiche, molte di esse staffette partigiane, non ancora maggiorenni, chiedere alle contadine di esercitare per la prima volta il diritto al voto. Quelle donne, che si alzavano all’alba per occuparsi delle campagne e degli animali e per accudire la famiglia, si sentivano finalmente pronte.
Le donne d’Italia erano pronte a partecipare, a cominciare da un nuovo punto di partenza democratico nel nostro Paese.
Alessandra Codazzi mi parlava di come incitava le giovani donne di un nascente sindacato italiano a prendersi cura del proprio corpo, perché anche l’aspetto fisico contribuiva all’autostima necessaria per affermare le proprio idee e risolvere le condizioni lavorative. Andavo spesso a casa di Alessandra per chiedere consigli. Non amava molto raccontare esplicitamente della Resistenza, capivo che era stata un’esperienza troppo forte per una ragazza di sedici anni. I suoi racconti si concentravano molto sul periodo del dopoguerra e sul clima entusiasmante che c’era intorno al diritto al voto delle donne. Spesso mi diceva questa frase: “Voi ragazze di oggi dovete mutuare molto dello spirito della ricostruzione e andare avanti nelle nostre battaglie”.
Maria Chiaia, che ha recentemente ripubblicato Donne d’Italia, mi ha trasmesso il valore e l’importanza del’associazionismo femminile del nostro Paese. Attraverso la sua narrazione ho sempre vissuto il Cif come una forza gentile, d’ispirazione cristiana, molto radicata sul territorio, che ha contribuito significativamente alla storia dei diritti di cittadinanza delle donne. Non è un caso che quest’anno ricorra il settantesimo anniversario dell’associazione: la sua nascita coincide con l’inizio della storia repubblicana italiana.
Più di recente, con il mio contributo al volume a cura della Fondazione Nilde Iotti Le leggi delle donne che hanno cambiato l’Italia, ho potuto approfondire l’impegno sociale e politico di tante donne che hanno cambiato il volto della nostra democrazia.
Oggi ricorrono i 70 anni del voto alle donne: il 10 Marzo del 1946 si tenne la prima tornata di elezioni amministrative, dopo il ventennio fascista. E a votare sarebbero stati, per la prima volta, i cittadini e le cittadine d’Italia.
É una data storica. E oggi noi donne impegnate in politica, nel sociale, nella vita civica, raccogliamo il testimone di quelle che hanno raggiunto questa meta, ma non ci fermiamo qui. Abbiamo il dovere morale di consegnare, a nostra volta, un testimone carico di impegno e di futuro.