“Le donne e gli uomini che oggi sono disoccupati, specie se giovani, non stanno tutto il giorno sul divano. Non è così, non servono le misure anti-divano (anche la definizione è irritante), ma bisogna creare occupazione. Il primo ministro del Lavoro nella storia della Repubblica che è anche ministro dello Sviluppo economico non tiene insieme, proprio lui, sviluppo del lavoro e misure di sostegno a chi cerca il lavoro e a chi lo perde. Si spende molto, ma manca lo sviluppo che crea occupazione, questo è il punto, mentre il decreto dignità produce espulsioni dal lavoro e incertezza per le aziende e si taglia su Industria 4.0”. Lo dice la senatrice del Pd Annamaria Parente, vicepresidente della Commissione Lavoro.
“E’ positivo il rafforzamento dei centri per l’impiego – prosegue Parente – e il riferimento alla legislazione del nostro governo riferito alle politiche attive, all’Anpal e al complesso del decreto 150/ 2015. Ma il decretone confonde gli aiuti alla povertà con le misure di sostegno al lavoro, si genererà una grande confusione. Vengono penalizzate le famiglie con tanti figli. Pessimo e difficile da attuare il meccanismo solo burocratico delle tre proposte di lavoro in base ai chilometri, condito di sanzioni penali. Uno Stato che elargisce, ma è patrigno. Il nostro reddito di Inclusione e le politiche attive del lavoro puntavano invece ad accogliere, includere, seguire le persone nel corso della vita”.


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