“Tre casi di violenze inaudite in pochi giorni contro ragazze minorenni e anche contro una donna adulta, seppure nelle loro diversità, devono scuoterci nel profondo. Combattere la violenza sessuale e di genere e il femminicidio è sicuramente una battaglia culturale, di uomini e di donne. Ma le donne devono tornare a fare rete, come nel passato, per sensibilizzare le più giovani e per ottenere risultati concreti. E’ evidente, e l’atroce vicenda della ragazza suicida lo dimostra, che la nuova frontiera è il vero rispetto del diritto all’oblio nell’era dei social media e di fronte a questo tema difficile, ma non impossibile, non possiamo rinunciare”. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, che sottolinea come: “la notizia dell’attribuzione di fondi ai centri antiviolenza nella legge di stabilità appena data da Renzi è molto positiva”.

“Siamo di fronte – prosegue Parente – ad una recrudescenza del fenomeno che presenta aspetti nuovi e antichi insieme. La vicenda di Rimini in cui le amiche coetanee hanno filmato la violenza di una minorenne e poi diffuso il video spinge alla considerazione che i ragazzi non comprendano la differenza tra realtà fisica e realtà virtuale. Ma insieme il caso di Melito Porto San Salvo ci parla anche della sopravvivenza di una società patriarcale in cui un branco può stuprare indisturbato per mesi una ragazzina. Tutto questo – conclude Parente –  deve spingere le donne a tornare a fare squadra, dentro e fuori le istituzioni, per intraprendere iniziative concrete”.

 

 


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