“Sulle pensioni va introdotto un ‘pacchetto flessibilità’ composto da una serie di misure che vanno  dall’incentivo al part-time per chi è vicino alla pensione, al sostegno alle aziende che vogliono puntare sul ricambio generazionale con l’agevolazione all’esodo, alla decurtazione in percentuale dell’assegno. Non introdurrei invece, in questo momento, modifiche normative”. Lo dice la senatrice Annamaria Parente, capogruppo del Pd nella Commissione Lavoro, in un’intervista al Sussidiario.net sul tema attuale della flessibilità in uscita, alla vigilia del question time di oggi al Senato con il ministro Poletti.

“Il governo – ricorda Parente –  ha accettato a dicembre un mio ordine del giorno che lo impegna ad attuare misure di flessibilità in uscita. E’ chiaro che si tratta di un intervento oneroso e dunque il ministro sta giustamente valutando come allocare le risorse. Diversi soggetti istituzionali hanno avanzato ipotesi, ma è chiaro ai miei occhi che la soluzione non può finire con il pesare troppo sulle lavoratrici e sui lavoratori. Personalmente tra la proposta Boeri e quella Damiano preferirei la seconda. Ma credo che un mix di strumenti possa essere più efficace per ripartire i costi su tutti i soggetti: Stato, lavoratori, aziende. C’è poi anche il grande tema del rafforzamento della previdenza alternativa. Credo che il governo abbia fatto bene ad affrontare il tema dell’equità generazionale, connesso a quello dell’età pensionabile, a partire dalla creazione di reali opportunità di lavoro per i giovani, con il Jobs Act”.

 

 


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