“In sede di replica al dibattito in Aula sul premierato abbiamo assistito al trionfo del principio di autocontraddizione. Infatti sia il Presidente della Commissione Affari Costituzionali Balboni sia la ministra Casellati hanno negato, contro l’evidenza, che il loro progetto di riforma comporti l’elezione a strascico del Parlamento rispetto all’elezione del Premier. Di fronte a queste affermazioni sorprendenti siamo costretti a invitare Balboni e Casellati a leggere quanto sta scritto nel ddl che loro esaltano. In particolare il passo del testo che dice che la “legge disciplina il sistema per l’elezione delle Camere e del Presidente del Consiglio, assegnando un premio su base nazionale che garantisca una maggioranza dei seggi in ciascuna delle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio”. Questa parte del nuovo articolo 92 della Costituzione ruota attorno al verbo “garantire” (che in italiano significa una cosa ben precisa) e costituisce la solennizzazione dell’elezione del Parlamento come coda di una carica monocratica di governo. Il Parlamento è svilito perché l’elezione dell’assemblea legislativa è non solo contestuale ma anche concatenata e subordinata a quella di una persona con poteri esecutivi. Insomma, l’elezione parlamentare è un’elezione di serie B, ancillare e ausiliaria. Quello che i due alti esponenti del centrodestra vedono nel testo in votazione non corrisponde a quel che il testo asserisce. E questo è un bel problema”. Così in una nota il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.


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