“Ma è chiara la violenza procedurale
appena consumata dal governo in Commissione Affari
Costituzionali sul decreto Paesi sicuri? Il Governo comunica la
rinuncia a insistere per l’esame del disegno di legge di
conversione del decreto Paesi Sicuri pubblicato il 23 ottobre e
da convertire entro il 22 dicembre per trasformarlo in un
emendamento ad un altro provvedimento, il decreto flussi
pubblicato l’11 ottobre e da convertire entro il 10 dicembre, il
cui ddl di conversione è corso di esame alla Camera. È palese
che è un modo gravissimo e fortemente sospettabile di
illegittimità costituzionale – visto che l’articolo 77 della
Costituzione garantisce al Parlamento 60 giorni di tempo per
convertire i decreti – ridurre il tempo a disposizione del
Parlamento per la conversione dei decreti legge. È un modo per
mortificare il Parlamento. Cioè per non fare audizioni. E per
umiliare il Senato. E per impedire esame approfondito di un
provvedimento scomodo”. Così il senatore del Pd Dario Parrini
commenta la decisione del governo di trasformare il decreto
‘Pesi Sicuri’ in un emendamento da presentare all’altro decreto
sui migranti, quello sui ‘Flussi’ ora all’esame della Camera.
“Se si legge l’ordinanza n.17 del 2019 della Corte
Costituzionale – aggiunge – è anche evidente che siamo di fronte
a una violazione macroscopica delle attribuzioni costituzionali
dei singoli parlamentari, il cui diritto ad avere tempo adeguato
per esaminare i provvedimenti è violato da questo trucco
procedurale”. “L’argomento che ci sono precedenti è ridicolo –
conclude – perché qui siamo a inizio dei 60 giorni e non alla
fine”.


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