Riforme:

“La ministra per le riforme Casellati insiste ad affermare che si può eleggere direttamente il premier senza indebolire il Presidente della Repubblica come figura super partes e di garanzia. Debbo rilevare con rammarico che dire questo significa arrampicarsi sugli specchi e sostenere l’insostenibile. La verità a tutti nota è che le due cose non possono stare insieme.

La ragione di ciò è molto facile da capire: l’elezione diretta del premier fa saltare l’equilibrio costituzionale oggi esistente tra Capo dello Stato e Presidente del Consiglio, elimina il voto di fiducia iniziale del Parlamento al Governo e comporta la non sostituibilità del primo ministro ad opera del Parlamento. Si tratta di un sistema che non esiste in nessun Paese al mondo e che mortifica fortemente sia il Presidente della Repubblica sia il Parlamento, perché priva di fatto e di diritto entrambi questi organi di funzioni essenziali per salvaguardare il delicato bilanciamento tra poteri su cui si regge la nostra Costituzione”. Lo dice il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali.

“Se davvero si vuol dialogare costruttivamente e proficuamente – prosegue Parrini – è preferibile dire le cose come stanno, senza artifici: passare dalla proposta di elezione diretta del Capo dello Stato a quella di elezione diretta del Capo del Governo non significa passare da una cosa contestabile a una più accettabile. Equivale a passare dalla padella alla brace. Tra un sistema senza arbitro e un sistema con un arbitro azzoppato e impotente non c’è nessuna sostanziale differenza. È possibile avere governi più stabili senza stravolgere la Costituzione: la soluzione a cui ispirarsi è il modello tedesco”.


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