“Sul terzo mandato per i presidenti
delle regioni è concreto il rischio che la maggioranza stia
lavorando ad allestire il solito mercato delle vacche interno,
con baratti sottobanco, robuste dosi di disprezzo delle regole e
comportamenti tipici di chi ritiene normale l’uso privato delle
istituzioni”. Lo dichiara in una nota il senatore del PD, Dario
Parrini.

“Sotto questo punto di vista – aggiunge – è del tutto
irresponsabile dare l’idea di essere pronti all’ennesima porcata,
cioè a imporre al presidente della commissione Affari
costituzionali del Senato di rendere ammissibile un emendamento
palesemente inammissibile vista la mancanza di qualsiasi
relazione di contenuto tra il ddl 1452 sulla consistenza di
alcuni consigli regionali e il tema dei requisiti generali di
eleggibilità e candidabilità alla carica di presidente della
giunta regionale. Questo percorso costituirebbe evidentemente una
scorciatoia illegittima che tra l’altro impedirebbe tutti gli
ampi approfondimenti parlamentari che sono cruciali quando si
decide di legiferare in materie cosi delicate. Quel che più
inquieta è che il centrodestra ritiene di potersi permettere una
spregiudicatezza illimitata. Un giorno il GOVERNO fa ricorso alla
Corte costituzionale contro le leggi per il terzo mandato di
Trentino e Campania. Pochi giorni dopo apre la porta a una scelta
opposta non perché lo esige un qualche interesse pubblico ma
perché Salvini e Zaia sono nervosi e fanno le bizze. Il tutto a
tre mesi dal termine per l’emanazione dei decreti regionali di
convocazione dei comizi elettorali. Se la maggioranza ha in testa
un progetto del genere, lo archivi: il cambiamento unilaterale di
basilari regole del gioco mentre sta per arrivare il fischio
d’inizio della partita sarebbe un’azione degna di una repubblica
delle banane, non di una democrazia seria e rispettabile”.


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