“Nell’intervista di oggi della Ministra Casellati al “Corriere della Sera” si possono leggere quattro grosse bugie sul premierato. Non è vero che il Parlamento resta centrale. Il Parlamento è sotto ricatto, perché se sfiducia il premier viene sciolto automaticamente e muore. E perché il premier può scioglierlo in ogni momento a sua totale discrezione”. Lo dichiara il senatore del Pd Dario Parrini, vicepresidente della commissione Affari costituzionali.
“Non è vero che i poteri del Capo dello Stato restano immutati – aggiunge – Il Presidente della Repubblica viene pesantemente indebolito, poiché, perdendo ogni autonomia in fatto di scioglimento delle camere e di nomina del premier, non può più svolgere nessun ruolo concreto nella formazione dei governi, nemmeno in circostanze d’emergenza”.
“Non è vero che parlare di legge elettorale, cioè di come si elegge il premier, è prematuro – prosegue – La Ministra rifiuta di parlarne non perché non è il momento, ma solo per furbizia: perché, essendo sua ferma intenzione mettere una soglia nettamente inferiore alla maggioranza assoluta, vuol dare il più tardi possibile agli oppositori del ddl costituzionale 935 la possibilità di denunciare la volontà del centrodestra di eleggere il premier direttamente ma a colpi di minoranza: un gravissimo abuso, che non esiste in nessuna democrazia occidentale in cui sia vigente l’elezione popolare di una carica monocratica nazionale”.
“Infine – conclude Parrini – non è vero che la maggioranza ha fatto un passo verso le richieste delle minoranze proponendo l’elezione diretta del premier invece dell’elezione diretta del presidente della repubblica. Il sistema prefigurato dal ddl 935 è infatti, rispetto al presidenzialismo classico, non un male meno dannoso, ma un male più dannoso, perché maggiore è la quantità di squilibri costituzionali che crea”.


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