“Nella gestione dei flussi migratori il bilancio di questo
governo è del tutto fallimentare, e sul
piano dell’efficacia operativa, e sul piano morale e umanitario.
I fallimenti sulle politiche migratorie si aggiungono a quelli
sull’utilizzo dei fondi del Pnrr, a quelli sulla riforma del
fisco, a quelli che si manifesteranno con durezza in occasione
della prossima legge finanziaria, quando assisteremo, con danno
per tutti i cittadini e le imprese italiane, all’urto fragoroso
tra le risorse effettivamente disponibili e una grande quantità
di promesse irrealizzabili o rovinose. In materia migratoria il
vostro comportamento è viziato, spiace doverlo dire, da malafede
e superficialità”. L’ha detto il senatore del Pd, Dario Parrini
nella replica al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi,
durante il question time al Senato.
E ha aggiunto: “Gli arrivi via mare sono in fortissimo
aumento, il sistema dell’accoglienza è quasi al collasso, le
strutture sono sovraffollate e molte sul punto di scoppiare, il
dialogo e la concertazione con i Comuni e con le Regioni,
indispensabili per condurre azioni serie di accoglienza e di
integrazione, è ai minimi storici. Con i Comuni si sta peraltro
facendo il gioco delle tre carte anche sulla sicurezza urbana: i
fondi promessi non arrivano, gli annunciati aumenti di organico
delle forze dell’ordine nemmeno. Una bugia tira l’altra. I bandi
per l’accoglienza, sotto-finanziati per pura demagogia, vanno
deserti in misura crescente, i soggetti più affidabili del terzo
settore cominciano a starne alla larga”. Quindi ha ricordato
che “lo scorso 17 luglio il presidente del Veneto, Zaia (che è
della Lega come il vicepresidente del Consiglio, Salvini) ha
detto, testualmente, ‘L’impressione è che ci sia molta
confusione’. Dopodiché ha chiesto una cabina di regia tra Anci,
Regioni e Governo. Ministro, a chiederle di cambiare strada è
Zaia. Ministro, se non vuol ascoltare il Pd, ascolti almeno il
residente del Veneto!”. Quindi ha concluso: “Per l’ennesima
volta le chiediamo un’autocritica e un mutamento di rotta. E per
l’ennesima volta, ma speriamo di sbagliare, siamo indotti a
temere che la nostra richiesta sarà ignorata”.


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