“Noi diamo un giudizio molto negativo del decreto legge Pa all’esame del Senato e non solo per ragioni di metodo con l’abuso della decretazione e delle fiducie, ma anche di merito. Avremmo bisogno di una riforma della Pa realmente moderna, efficiente e al passo con le sfide del futuro, di un piano organico, di efficienza, semplificazione, qualità dei servizi e attrattività della carriera pubblica, ma innovazione significa investire sulla digitalizzazione, sull’Intelligenza artificiale e sulle competenze e non ci pare che in questo decreto ci sia una risposta sufficientemente forte alla crisi strutturale che attraversa la Pubblica amministrazione dal punto di vista del personale. Questo governo continua a presentare interventi di riforma senza risorse che di riformatore hanno ben poco”. Lo ha detto in Aula il senatore Dario Parrini, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali. “Tra i criteri ispiratori di questo dl – ha proseguito Parrini – c’è invece la logica clientelare nella gestione del personale, lo spreco, l’incremento degli staff politici dei ministeri, più consulenti, più incarichi senza una chiara giustificazione, la spesa di milioni di euro per figure vicine ai ministri mentre si dice che non ci sono risorse per il Ssn. Questa non è una gestione decorosa della Pa. Noi abbiamo un’idea tutta diversa della Pa, che sia al servizio dei cittadini e non dei partiti, in cui i dipendenti prendano stipendi adeguati e gli idonei ai concorsi vengano assunti”.


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